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Muggiò, il mistero della morte di Giovanna: casa a soqquadro e serratura manomessa

Pubblicato: 08/12/2025 21:11

Un appartamento a soqquadro, terriccio sparso sul pavimento, la serratura dell’ingresso manomessa e il corpo di una donna di 76 anni riverso a terra con il volto coperto da un asciugamano. È lo scenario inquietante che si sono trovati davanti i carabinieri della compagnia di Desio entrando nell’abitazione di Giovanna Piras, impiegata in pensione, trovata senza vita nel primo pomeriggio dell’8 dicembre a Muggiò, in provincia di Monza e Brianza.
Il quadro è complesso e gli elementi emersi nelle prime ore non consentono di escludere alcuna ipotesi. Il fascicolo è nelle mani del sostituto procuratore Rosamaria Iera, mentre si attendono i risultati del medico legale, considerati decisivi per chiarire la dinamica.

La scoperta del fratello e la casa in disordine

A lanciare l’allarme è stato il fratello della donna, preoccupato per l’assenza di notizie da giorni. Quando carabinieri e tutore legale sono arrivati in via Magenta 19, hanno trovato la porta chiusa ma priva del blocchetto della serratura, asportato con precisione: un dettaglio che ha permesso agli investigatori di entrare senza forzare l’ingresso.

Dentro, il quadro era anomalo. Le stanze risultavano in evidente disordine, con mobili spostati e oggetti sparsi ovunque, e il pavimento era coperto da tracce di terriccio. Sul corpo, invece, nessun segno di sangue visibile. La donna giaceva a terra, il volto nascosto sotto un asciugamano.

Una scena che non convince chi sta indagando: le condizioni fisiche precarie della vittima avrebbero potuto far pensare a un malore, ma l’ambiente circostante suggerisce altro.

Una vita riservata e un rapporto difficile con il fratello

Secondo i vicini di casa, Giovanna Piras conduceva una vita appartata, senza frequentazioni al di fuori del fratello, con cui – raccontano in più di uno – spesso scoppiavano liti anche molto accese, pur mai sfociate in violenza fisica.
La donna, originaria di Monza, si era trasferita a Muggiò alla fine degli anni Novanta. Frequentava assiduamente la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, era molto devota e presente alle funzioni religiose. Sul suo profilo WhatsApp compariva un’immagine sacra della Madonna, accompagnata dalla scritta “Vanna”, il nomignolo con cui amava essere chiamata.
Negli ultimi anni, complice una serie di infortuni, la 76enne appariva debilitata, affaticata e denutrita, come confermano diversi residenti del palazzo. Viveva sola, non si era mai sposata e il suo mondo era progressivamente diventato sempre più ristretto.

Le prossime mosse dell’inchiesta

Gli investigatori hanno effettuato i primi rilievi, ascoltato i vicini e messo sotto sequestro l’appartamento. L’ipotesi del furto finito male resta sul tavolo, ma anche quella di una possibile messa in scena non viene scartata.
Tutte le piste restano aperte, mentre si attendono l’autopsia e i primi accertamenti tecnici che potrebbero dare una direzione chiara al giallo di Muggiò. Giovanna Piras, fragile e isolata, si è spenta in circostanze che al momento non trovano una spiegazione univoca. Le indagini proseguono per capire se quella morte nasconda un reato, un’aggressione o un tragico epilogo dovuto alle sue condizioni di salute.

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