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Renzi e la vincita dimenticata: quando a 19 anni trionfò alla Ruota della Fortuna

Pubblicato: 08/12/2025 19:39

Prima di diventare uno dei protagonisti più controversi e discussi della politica italiana, Matteo Renzi è stato – seppur per un breve momento – anche un volto della televisione. Un ricordo che molti hanno rimosso, ma che ogni tanto riaffiora: nel 1994, a soli 19 anni, l’allora studente fiorentino partecipò a uno dei programmi più popolari della tv italiana, La Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno. E ne uscì da campione.

Il giovane Renzi campione per quattro puntate

Nella storica trasmissione Mediaset, Renzi riuscì non solo a mettere in mostra una certa disinvoltura davanti alle telecamere, ma anche a vincere per quattro puntate consecutive, un risultato non da poco per un ragazzo alla prima esperienza televisiva.
A ricordarlo è stata la stessa Mediaset, che sui propri canali ufficiali ha riproposto alcuni spezzoni dell’epoca: un Renzi giovanissimo, sorridente e con i modi cordiali che lo avrebbero poi reso riconoscibile anche nella carriera politica.

Gli aneddoti in studio e il ricordo di Agnese

Durante la sua permanenza nel programma, Renzi aveva condiviso curiosità della sua vita privata, come le esperienze da boy scout nell’ex Jugoslavia durante gli anni della guerra. Tra un enigma e l’altro, fece anche un riferimento alla ragazza che poi sarebbe diventata sua moglie, Agnese Landini. Un dettaglio romantico che oggi, riletto alla luce della loro storia, strappa più di un sorriso.

Quanto vinse Renzi in lire

L’aspetto più sorprendente riguarda però la sua vincita complessiva: alla fine della sua avventura, Renzi riuscì a portarsi a casa oltre 48 milioni di lire, una cifra considerevole per un adolescente dei primi anni ’90. Un premio che, rivalutato al cambio, equivarrebbe a diverse decine di migliaia di euro attuali. Una curiosità poco nota, ma che testimonia come la storia personale dell’ex premier sia sempre stata costellata da apparizioni, sfide e – nonostante tutto – da una certa abitudine a stare sotto i riflettori. Anche quando quei riflettori non erano ancora quelli della politica.

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