
Il piazzale era pieno, l’odore dei motori ancora sospeso nell’aria e l’entusiasmo dell’Ability Show che, come ogni anno, richiama a Ceccano centinaia di appassionati. Poi il brusco cambio di ritmo, il rumore che si spegne, la folla che capisce all’istante che qualcosa non va. È successo tutto verso le 13 di domenica 7 dicembre, alla fine della corsa. Simone Girolami, pilota di 44 anni originario di Castro dei Volsci, aveva appena terminato la sua esibizione quando si è accasciato al volante della sua auto. I soccorsi, già presenti in piazzale Europa con tre ambulanze, sono intervenuti in pochi secondi, ma per lui non c’è stato nulla da fare. La manifestazione è stata immediatamente sospesa, lasciando spazio a un dolore improvviso e collettivo.
Dolore a Ceccano per la morte di Simone Girolami
Il pilota aveva appena concluso la prova e stava rientrando verso l’area dei controlli quando ha avuto il malore. Le cause non sono ancora chiare, ma l’ipotesi più probabile è un infarto. I tentativi di rianimazione del personale del 118 non hanno avuto esito. La comunità, colpita dalla tragedia, si è stretta attorno alla famiglia. Il sindaco di Ceccano, Andrea Querqui, ha parlato di immenso dolore e ha espresso il cordoglio dell’amministrazione in una nota ufficiale.
Amici, parenti e appassionati lo ricordano come una persona solare, rispettosa e profondamente legata al mondo dei motori. Sui social sono comparsi decine di messaggi, molti dei quali scritti da chi con lui aveva condiviso piste, allenamenti, avventure e un entusiasmo contagioso. Tanti lo definiscono una bella anima, altri parlano del suo sorriso, altri ancora della capacità di trascinare tutti nella stessa passione.
Il ricordo degli amici: continua a correre lassù
Il club Topini Randagi, associazione dedicata al fuoristrada sportivo e turistico, ha espresso solidarietà alle famiglie Girolami e Galloni. I messaggi che accompagnano il suo nome hanno la sincerità dei rapporti veri: c’è chi scrive che è stato Simone a farlo innamorare delle corse, chi lo immagina di nuovo alla guida, chi scherza con affetto sul suo carattere, chi ancora non riesce a credere che una giornata nata per essere un momento di festa sia finita così.
Tra i commenti più condivisi, uno spicca per il tono diretto e affettuoso: e mo, FICR alla mano, continua a rompe il ca*zo anche da lassù, non smettere mai. Un modo semplice per dirgli che la sua presenza, in qualche modo, continua. E che quell’amore per la guida, la stessa che lo aveva riportato sulla sua amata Clio, non si spegnerà con lui.
Chi lo conosceva racconta che non doveva andare così. Che ieri doveva essere un ritorno alla pista, non l’ultimo giro. Che il mondo, adesso, è un po’ più solo. E che la sua corsa, quella vera, continuerà altrove.


