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Terremoto, scossa di magnitudo 5.8. Torna la paura

Pubblicato: 08/12/2025 06:23

Continua a muoversi il cuore profondo dell’Alaska, in una sequenza di eventi sismici che negli ultimi giorni sta ridisegnando le mappe del rischio nel Nord America. L’ultima scossa, una magnitudo 5,8 registrata alle 17:56 ora locale, ha colpito a 93 chilometri a nord di Yakutat, con epicentro appena oltre il confine, in territorio canadese: un dato che conferma come l’intera regione sia attraversata da un fronte di instabilità che si estende ben oltre i soli confini statunitensi. La terra ha tremato con una profondità di appena 9,6 chilometri, una condizione che secondo gli esperti dell’USGS rende la percezione del terremoto particolarmente intensa per le comunità più vicine al punto di rottura, amplificando vibrazioni e rumori anche in assenza di una magnitudo estrema.

Scossa superficiale, paura profonda

La natura molto ridotta della profondità ha infatti provocato effetti più marcati nelle zone immediatamente limitrofe all’epicentro, dove la popolazione ha avvertito la scossa in modo netto. È un tratto distintivo dei terremoti superficiali: lo strato di crosta terrestre che li separa dalla superficie è così sottile che l’energia arriva praticamente integra, rendendo l’impatto più brusco rispetto agli eventi più profondi con pari magnitudo. In un’area già provata dai movimenti degli ultimi giorni, l’effetto psicologico è stato immediato: telefoni che squillano, finestre che vibrano, case che scricchiolano e la sensazione che la sequenza non sia destinata a fermarsi.

Una sequenza che continua: 7.0 il 6 dicembre, 6.0 il 28 novembre

La scossa di oggi si inserisce infatti in un quadro più ampio. Solo il 6 dicembre la regione era stata colpita da un potente terremoto di magnitudo 7,0, e prima ancora, il 28 novembre, un evento di magnitudo 6,0 aveva segnato l’inizio del nuovo sciame. L’USGS continua a monitorare la situazione in tempo reale, mentre gli esperti ricordano che una sequenza sismica di questo tipo non implica necessariamente un peggioramento, ma richiede prudenza, attenzione e analisi costante dei dati.

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