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“Cosa hanno fatto”. Bimbo morto al nido: svolta nelle indagini

Pubblicato: 10/12/2025 11:11

Nel cuore di un pomeriggio qualunque, quando le giornate scorrono lente e prevedibili, basta un attimo perché tutto cambi. Nelle stanze dove solitamente riecheggiano voci, passi, piccoli pianti e risate, può calare all’improvviso un silenzio diverso dagli altri. Un silenzio che non consola, ma che allarma. È il tipo di quiete che spinge gli adulti a guardarsi negli occhi, come se il tempo si fosse fermato, lasciando presagire che qualcosa non sta andando come dovrebbe.
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In luoghi dove l’infanzia è protetta e custodita, ogni gesto è routine: un riposo che si ripete ogni giorno, una coperta rimboccata, un respiro che diventa più lento. Eppure la normalità può frantumarsi in un istante. Quando un corpo minuscolo non risponde, quando un respiro diventa affannoso, quando un allarme interiore costringe a correre e a chiamare aiuto, allora la quotidianità si spezza e lascia spazio all’incredulità.

Intervento dei carabinieri nel parco di Milano

Le indagini sulla morte del bambino nel nido comunale di Parma

La tragedia si è consumata in un asilo nido comunale di Parma, dove un bambino ha perso la vita dopo un malore durante il riposo pomeridiano. Il piccolo avrebbe iniziato a respirare con difficoltà, spingendo il personale a chiamare immediatamente il 118. Nonostante l’intervento dei soccorritori e il trasferimento d’urgenza in ospedale, per il bambino non c’è stato nulla da fare.

A trovarsi davanti alla scena più dolorosa è stata la madre, arrivata al nido per riprendere il figlio proprio nel momento in cui la situazione stava precipitando. Una tragedia avvenuta il 3 dicembre, che ha aperto un fascicolo d’indagine e ha portato all’iscrizione di tre educatrici nel registro degli indagati. Una misura necessaria, come spiegato dal procuratore D’Avino, per valutare eventuali omissioni nella vigilanza.

L’autopsia e il lavoro degli esperti

L’autopsia, eseguita il 9 dicembre, è stata affidata alla dottoressa Valentina Bugelli dell’Istituto di medicina legale di Parma. La relazione finale richiederà sessanta giorni, un tempo indispensabile per chiarire se il decesso sia riconducibile a una causa patologica improvvisa o a un insieme di circostanze che devono essere accertate con precisione.

Accanto a Bugelli, la pm Sara Faina – che coordina le indagini – ha nominato come consulente anche l’anatomopatologo Gaetano Bulfamante, docente all’Università di Milano e già coinvolto in casi particolarmente complessi. La sua presenza indica la volontà della Procura di verificare ogni dettaglio, senza lasciare zone d’ombra in un caso tanto delicato.

Una comunità scossa e in attesa di risposte

Le tre educatrici, tutte presenti nella sezione del bambino, sono state iscritte nel registro degli indagati per permettere ai loro legali di partecipare agli atti irripetibili. L’attenzione degli investigatori si concentra sul rispetto delle procedure, sui tempi di intervento e sulla dinamica del malore, elementi essenziali per stabilire se vi siano responsabilità nella gestione della situazione.

L’intera comunità di Parma resta profondamente colpita. La morte di un bambino in un luogo dedicato alla cura e alla crescita genera inevitabilmente domande, timori e un bisogno urgente di chiarezza.

Ora si attende il risultato degli accertamenti per capire cosa sia realmente accaduto in quei minuti sospesi, in cui la normalità di un riposo pomeridiano si è trasformata in un dramma. Fino ad allora, resta soltanto il dolore della famiglia e il dovere della giustizia di ricostruire la verità, passo dopo passo, con attenzione e rispetto.

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