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Il ddl Concorrenza è legge, approvato anche alla Camera: cosa cambia davvero in Italia

Pubblicato: 10/12/2025 20:59

Il Disegno di Legge annuale per il mercato e la Concorrenza per il 2025, meglio noto come ddl Concorrenza, è ufficialmente legge. L’approvazione definitiva è arrivata dall’aula della Camera con un totale di 127 voti favorevoli contro 71 contrari, confermando il precedente via libera del Senato. Questo provvedimento introduce una serie di nuove normative che spaziano su settori cruciali dell’economia e dell’amministrazione italiana, toccando i servizi pubblici locali, l’energia con particolare attenzione ai veicoli elettrici, e arrivando fino alla cosmesi e ai trasporti. Nonostante il Ministro Urso abbia lodato il testo come un rafforzamento del sistema produttivo, le critiche feroci da parte delle opposizioni, in particolare del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, hanno marcato il dibattito, definendo il testo come insufficiente e potenzialmente dannoso per il mercato.

Le principali novità del testo approvato

Il cuore del ddl Concorrenza si concentra sull’introduzione di misure volte a migliorare la trasparenza e l’efficienza nei settori chiave, con l’obiettivo di stimolare una maggiore competitività. Una delle aree di intervento più significative riguarda i servizi pubblici locali. Per i Comuni con una popolazione superiore ai 5mila abitanti, è stato introdotto l’obbligo di gara per gli affidamenti in house, ovvero quelli conferiti direttamente all’ente o a società sotto il suo controllo. Questa mossa è pensata per evitare gestioni monopolistiche e aprire il settore a una più ampia partecipazione di operatori. Parallelamente, il ruolo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione viene potenziato. Essa avrà la facoltà di imporre sanzioni pecuniarie agli enti locali che non rispettano gli obblighi di trasparenza, in particolare sanzionando con multe tra 5mila e 10mila euro quegli enti che non abbiano redatto o pubblicato in modo corretto la relazione sulla situazione gestionale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica sui rispettivi siti istituzionali. La ratio è quella di spingere le amministrazioni verso una gestione più oculata e verificabile dei servizi essenziali.

I veicoli elettrici e la concorrenza nelle ricariche

Un altro comparto che subisce una notevole revisione normativa è quello legato alla mobilità elettrica. Il ddl mira esplicitamente a favorire la concorrenza nella creazione e nella gestione, a livello comunale, delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici. Le nuove disposizioni impongono ai Comuni di strutturare le procedure competitive in modo tale da garantire la partecipazione di molteplici fornitori. Inoltre, e questo è un punto chiave per evitare concentrazioni di mercato, in presenza di richieste comparabili per l’affidamento, verrà data priorità all’operatore che detiene la quota minore di colonnine già installate, specificatamente meno del 40% del totale. Questa misura intende evitare la formazione di oligopoli e assicurare che la rete di ricarica si sviluppi in modo capillare ed equo, beneficiando in ultima analisi i consumatori e la diffusione della mobilità sostenibile.

Trasporti, cosmetici e sanità: ulteriori aree di intervento

Il provvedimento non si limita ai servizi locali e all’elettrico, ma si estende anche al settore dei trasporti e ad altre nicchie. Per quanto riguarda il servizio pubblico ferroviario, l’obiettivo è di raggiungere una maggiore apertura alla concorrenza attraverso la pubblicazione di calendari chiari che indichino i tempi di avvio delle procedure di affidamento. Questa trasparenza è cruciale per permettere a nuovi operatori di pianificare la loro partecipazione. Contestualmente, le procedure amministrative utilizzate per la determinazione dei diritti aeroportuali saranno estese anche agli aeroporti di dimensioni minori, specificatamente quelli che gestiscono fino a 5 milioni di passeggeri all’anno, uniformando così il quadro normativo. Per quanto concerne l’industria, le aziende produttrici di cosmetici e biocidi dovranno conformarsi a regole di etichettatura più stringenti. Sono state introdotte sanzioni più severe, che colpiranno non solo chi utilizza sostanze vietate nei prodotti, ma anche coloro che immettono tali prodotti sul mercato. Infine, il Ministro Urso ha menzionato che il ddl definisce anche criteri più equi per l’assegnazione dei budget sanitari, completando il quadro di riforme settoriali.

Le dure critiche delle opposizioni

Nonostante il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, abbia espresso un giudizio positivo sul provvedimento, sottolineando come l’impegno del governo per una legge annuale sulla Concorrenza sia stato mantenuto con tre interventi in tre anni, le opposizioni hanno espresso un giudizio diametralmente opposto. Il Movimento 5 Stelle, per voce del deputato Enrico Cappelletti, ha definito il provvedimento come inadeguato e dannoso per il libero mercato, sostenendo che ignori le questioni che incidono realmente sulla competitività. La critica principale è che il testo non interviene sui settori più deboli indicati dalla Commissione europea. Inoltre, per quanto riguarda gli enti locali, il M5S teme che l’imposizione di un modello burocratico uniforme per i servizi pubblici, pensato per le grandi città, possa portare alla paralisi amministrativa e al blocco delle gare nei piccoli Comuni. Similmente, il Partito Democratico ha bollato il ddl come un provvedimento povero, privo di contenuti riformatori e incapace di rimuovere gli ostacoli regolatori e amministrativi che frenano l’economia italiana. Il deputato Alberto Pandolfo ha accusato il governo Meloni di avere paura di decidere, preferendo la rendita alla competizione e la propaganda alle riforme. La conclusione del PD è che il ddl non incide sulle esigenze concrete delle famiglie e delle imprese, fallendo nel riconoscere la Concorrenza come un diritto dei cittadini e uno strumento di giustizia sociale ed economica.

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