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Neonata sbalzata dall’auto e morta nello schianto, è svolta nelle indagini: “L’abbiamo trovato”

Pubblicato: 10/12/2025 13:14

La comunità è ancora scossa per il tragico incidente avvenuto lo scorso 6 dicembre sul tratto torinese dell’autostrada A5, nei pressi di Volpiano, dove una neonata di soli due mesi ha perso la vita in circostanze drammatiche. La piccola è stata sbalzata fuori dall’auto condotta dalla madre a seguito di un violento tamponamento. Fortunatamente, grazie alle indagini serrate della polizia stradale, è stato individuato l’uomo che si trovava al volante del furgone che avrebbe causato l’impatto e che si sarebbe poi dato alla fuga, non prestando soccorso alla famiglia coinvolta. Questo sviluppo cruciale segna un passo significativo verso l’accertamento delle responsabilità in un caso che ha sollevato un’ondata di commozione e indignazione.

La dinamica dell’incidente e le prime ricostruzioni

Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione fornita dagli investigatori e coordinata dalla Procura di Ivrea, l’incidente è stato innescato dal tamponamento dell’auto su cui viaggiava la bambina da parte di un furgone. Il veicolo con a bordo la neonata, a causa della violenza dell’impatto, è finito fuori strada mentre si dirigeva in direzione Aosta. La conseguenza più atroce è stata che l’ovetto di sicurezza, contenente la piccola, è stato sbalzato sull’asfalto dopo lo schianto contro le barriere autostradali. Il conducente del furgone, il cui mezzo si sarebbe inizialmente accostato con un apparente tentativo di fermarsi, avrebbe in un secondo momento ripreso la marcia, allontanandosi dal luogo della tragedia senza prestare il minimo soccorso. A rendere il quadro ancora più drammatico e complesso è il fatto che l’ovetto, una volta sull’asfalto, sarebbe stato travolto da un’altra vettura, il cui conducente, forse ignaro della gravità di ciò che stava accadendo, avrebbe anch’esso proseguito la sua corsa.

L’identificazione del presunto responsabile

L’identificazione del furgone e del suo autista è stata possibile grazie alla tempestiva azione investigativa che ha combinato l’analisi delle testimonianze degli altri automobilisti presenti al momento dell’incidente e l’accurata consultazione dei video registrati dalle telecamere di monitoraggio stradale che sorvegliano il tratto autostradale. Attraverso questi elementi, la polizia stradale è riuscita a risalire alla targa del mezzo e, di conseguenza, al presunto guidatore. Si tratterebbe di un dipendente di una ditta torinese a cui appartiene il furgone. Secondo le fonti de La Stampa, l’uomo sarebbe già stato ascoltato dagli inquirenti, ma avrebbe negato ogni addebito e respinto la ricostruzione dei fatti emersa dagli accertamenti. Nonostante la sua negazione, l’individuazione rappresenta un elemento fondamentale per lo svolgimento delle indagini e per ricostruire con esattezza le sequenze che hanno portato alla morte della bambina.

Le indagini si concentrano su due veicoli e sul seggiolino

Il lavoro degli investigatori non si è concluso con l’identificazione del furgone. Un altro punto cruciale delle indagini riguarda la seconda vettura che ha travolto l’ovetto della neonata sull’asfalto. Anche questo automobilista è ora oggetto di ricerca da parte della polizia, la quale intende ascoltarlo per ottenere la sua versione dei fatti e comprendere se fosse effettivamente consapevole della tragedia che stava avendo luogo. L’obiettivo è chiaro: fare piena luce sulla dinamica completa. Parallelamente, si stanno svolgendo accertamenti tecnici di fondamentale importanza sull’ovetto e sull’auto su cui viaggiava la piccola. Gli inquirenti vogliono determinare con precisione perché l’oggetto di sicurezza che doveva proteggere la bambina sia stato sbalzato all’esterno del veicolo e, in particolare, se fosse stato correttamente e saldamente legato all’interno dell’abitacolo. Le risposte a queste domande saranno essenziali per stabilire tutte le eventuali responsabilità.

L’ipotesi di reato e gli sviluppi futuri

L’ipotesi di reato su cui sta lavorando la Procura di Ivrea al momento è quella di omicidio stradale, aggravato dall’elemento della fuga da parte dei conducenti. Questo è un fattore che aggrava ulteriormente la posizione dei soggetti coinvolti e sottolinea la gravità del mancato soccorso. Il procedimento è in una fase delicata, e l’attività investigativa mira a consolidare il quadro probatorio contro il conducente del furgone e a identificare e interrogare il secondo automobilista. La tragedia sull’A5 è un doloroso promemoria della fragilità della vita e dell’importanza di un comportamento responsabile e umano sulle strade. La ricerca della verità e della giustizia per la piccola vittima e i suoi cari è l’obiettivo primario delle autorità in questo momento di profondo lutto.

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