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Pensioni, nel 2026 arriva il bonus da 100 euro: perché non è una buona notizia

Pubblicato: 10/12/2025 13:01

Pensioni 2026, l’anno prossimo farà il suo debutto un bonus da circa 100 euro annui destinato a una parte dei pensionati italiani. Una misura che non va confusa con il trattamento integrativo (l’ex bonus Renzi), né con aumenti mensili strutturali: si tratta infatti di un importo aggiuntivo annuale e di valore massimo, non garantito a tutti allo stesso modo.
Il bonus non è una novità assoluta: un analogo incremento era già previsto nel 2025, ma allora ammontava a 172 euro annui. E proprio qui nasce il problema: nel 2026 l’importo sarà più basso di circa 70 euro, segnando un arretramento rispetto all’anno in corso. L’effetto negativo, tuttavia, viene compensato dalla rivalutazione delle pensioni legata all’inflazione, fissata per il 2026 all’1,4%. Di fatto, i pensionati non perderanno denaro, ma l’incremento straordinario aggiuntivo sarà molto più modesto rispetto al passato.

Cos’è il bonus da 100 euro previsto dal 2026

L’origine della misura risale alla promessa politica — avanzata da Forza Italia durante la campagna elettorale — di portare gradualmente le pensioni minime verso i 1.000 euro. Nella pratica, quell’obiettivo si è tradotto in una rivalutazione straordinaria aggiuntiva destinata a chi percepisce importi inferiori al trattamento minimo INPS.

Il governo ha introdotto questa rivalutazione extra con un valore percentuale variabile di anno in anno:

  • 2,7% nel 2024,
  • 2,2% nel 2025,
  • 1,3% nel 2026.

Invece di crescere, dunque, la percentuale si riduce progressivamente, abbassando l’importo effettivo riconosciuto ai pensionati beneficiari.

Quanto aumenta realmente la pensione

Il meccanismo può essere letto in due modi diversi: nominale ed effettivo. Nel 2024 la pensione minima era pari a 598,61 euro, salita a 614,77 euro grazie all’extra rivalutazione. Nel 2025 la base è diventata 603,40 euro, aumentata fino a 616,67 euro: appena 2 euro in più dell’anno precedente. Nel 2026 la base arriverà a 611,85 euro, e con l’extra dell’1,3% salirà a 618,94 euro, di nuovo solo 2 euro aggiuntivi mese su mese.

Il cosiddetto “bonus” vale così pochi euro al mese:

  • circa 8 euro mensili se consideriamo solo il valore nominale dell’incremento straordinario,
  • appena 2 euro al mese se confrontato con quello del 2025.

In totale, il bonus del 2026 supera di poco i 100 euro annui, ben lontani dai 172 euro del 2025 e soprattutto anni luce dalla promessa delle pensioni minime a 1.000 euro.

A chi spetta il bonus

Hanno diritto all’aumento straordinario tutti i pensionati che percepiscono un assegno inferiore al trattamento minimo INPS, che nel 2026 sarà pari a 611,85 euro. Il requisito fondamentale è quindi stare sotto questa soglia, indipendentemente dal tipo di calcolo della pensione.
La misura spetta:

  • anche a chi non riceve l’integrazione al minimo,
  • anche a chi ha una pensione interamente contributiva,
  • a tutti gli assegni inferiori a 611,85 euro, sui quali si applica l’1,3% di incremento.

Ovviamente, per chi percepisce una pensione molto bassa, l’aumento sarà proporzionalmente ridotto: il bonus da 100 euro rappresenta infatti il valore massimo, ma molti pensionati riceveranno una cifra inferiore.

Perché non è una buona notizia

Il bonus 2026 non porta con sé un reale beneficio aggiuntivo:

  • è più basso del 2025,
  • produce incrementi minimi,
  • non cambia in modo significativo il potere d’acquisto dei pensionati.

La rivalutazione ordinaria protegge gli assegni dall’inflazione, mentre la rivalutazione straordinaria — cuore del “bonus” — si indebolisce di anno in anno. Un divario che allontana ulteriormente la promessa delle pensioni minime a 1.000 euro e lascia molti con un aumento simbolico, poco più che un arrotondamento.

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