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“Se la prenderanno con me”. Garlasco, spunta l’audio shock che “scagiona” Stasi

Pubblicato: 10/12/2025 16:54

Nuovi elementi tornano ad alimentare il dibattito sul delitto di Garlasco, il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Accanto alla linea difensiva legata agli oggetti “comuni” che sarebbero stati toccati sia dalla vittima sia da Andrea Sempio, nelle ultime ore si sono aggiunti ulteriori dettagli, questa volta riguardanti Alberto Stasi e una serie di intercettazioni risalenti ai giorni successivi al delitto.

Garlasco, l’intercettazione tra Alberto Stasi e il padre Nicola

Nel corso della trasmissione Quarta Repubblica (Rete 4), condotta da Nicola Porro, è stata mandata in onda un’intercettazione ritenuta significativa dagli inquirenti e dalle parti civili. Si tratta di un dialogo tra Alberto Stasi e il padre Nicola, registrato il 23 agosto 2007, dieci giorni dopo la morte di Chiara Poggi.
Il colloquio riflette lo stato d’animo dei due in un momento in cui le indagini stavano entrando nella fase più delicata. Nicola Stasi si lascia sfuggire una frase che ha attirato l’attenzione degli investigatori: «La nostra speranza è che trovino subito qualcosa da queste indagini su tutti quei reperti che hanno lì a Parma, se no è la nostra rovina». Poi aggiunge: «Cercare di risollevarti».
Alberto, in evidente difficoltà emotiva, risponde: «Peggio di così non poteva andare. La persona sbagliata nel momento sbagliato e nel luogo sbagliato. L’ho vista per ultimo io, l’ho trovata io ed ero a casa da solo». Il padre lo sprona: «Sei innocente. Seppur sia tutto contro di noi, non hanno ancora finito le indagini e in quella casa non hanno trovato tutto». Replica di Alberto: «Con tutto il casino che c’è, se le prenderanno con me».

Il dettaglio dell’antifurto e l’intercettazione con un amico

Un’ulteriore intercettazione, datata 9 settembre 2007, riguarda una conversazione tra Stasi e un amico. L’elemento più rilevante è il riferimento al sistema di antifurto installato nella casa di Alberto. Stasi racconta: «Venerdì ho avuto la visita e hanno sequestrato l’antifurto». L’amico replica: «Da lì però non si vede il numero di entrate e uscite».
Stasi conferma: «No, perché l’abbiamo chiesto subito a quello che ce l’ha montato. Quello di Chiara sì, il mio è vecchio. L’ho messo entrando in casa e l’ho tolto tipo a mezzogiorno e mezzo». Secondo quanto emerso, però, manca la memoria in grado di registrare con precisione gli orari di attivazione e disattivazione dell’impianto, elemento che – se disponibile – avrebbe potuto costituire un potenziale alibi per Stasi.

Un quadro che continua a evolversi

Le nuove intercettazioni si inseriscono in un contesto già complesso, mentre la difesa di Sempio insiste sull’ipotesi della possibile presenza dell’uomo nella casa dei Poggi prima del delitto, giustificando così alcune tracce genetiche considerate in passato sospette. Il caso, nonostante la condanna definitiva di Stasi a 16 anni, continua dunque a produrre nuovi materiali e nuove interpretazioni, alimentando ipotesi e dubbi che potrebbero avere un peso nelle iniziative giudiziarie future, incluse quelle volte a un’eventuale richiesta di revisione del processo.

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