
Un’ondata senza precedenti di droni sta attraversando i cieli della Germania: sarebbero circa 2.000 quelli avvistati dall’inizio dell’anno, secondo le stime dell’Anticrimine federale. Il dato emerge da un’inchiesta congiunta di Bild, Welt e Axel Springer Academy, che per la prima volta ricostruisce un possibile filo conduttore dietro i sorvoli sospetti.
Analizzando documenti riservati dell’intelligence, il team investigativo ha individuato schemi ricorrenti negli obiettivi dei droni, negli orari di attività e nelle aree geografiche più colpite. Elementi che, incrociati con i dati sul traffico marittimo, delineerebbero una traccia inquietante: in numerosi casi, i sorvoli avrebbero coinciso con il passaggio o la presenza di navi mercantili legate alla Russia.
Gli indizi raccolti non equivalgono a prove definitive, ma gli analisti parlano di «correlazioni significative» tra i due fenomeni. Una circostanza che rafforza l’ipotesi di una campagna sistematica di ricognizione non autorizzata, potenzialmente orchestrata o facilitata da attori vicini a Mosca.
Le autorità tedesche non commentano ufficialmente, ma l’aumento dei sorvoli, spesso in prossimità di infrastrutture critiche, sta accendendo il dibattito sulla sicurezza nazionale e sulla necessità di rafforzare la difesa antidrone. Un allarme che arriva mentre in tutta Europa cresce la preoccupazione per le attività ibride attribuite alla Russia, tra cyberattacchi, sabotaggi e ora anche potenziali operazioni con droni.


