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“Perché questo è un problema”: Garlasco, la situazione si complica per Andrea sempio

Pubblicato: 11/12/2025 16:01

Le nuove indagini sulla tragica morte di Chiara Poggi stanno riportando in primo piano uno degli aspetti più discussi del caso: la traccia genetica ritrovata sulle unghie della giovane durante la perizia del 2014. Con la riapertura del fascicolo nel 2024 e i dettagli emersi nel marzo 2025, l’attenzione si è concentrata su Andrea Sempio, ora indagato per omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi. La questione centrale che accompagna l’inchiesta è se i nuovi elementi raccolti possano davvero sostenere una richiesta di rinvio a giudizio.

Il ritorno in Tribunale, avvenuto pochi mesi fa, ha segnato un momento decisivo: è stato disposto un incidente probatorio, affidato a una perita super partes, con l’incarico di riesaminare i dati genetici di undici anni fa. Il risultato è ormai noto e conferma un punto già emerso in passato: il cromosoma Y isolato nel 2014 è compatibile con quello della famiglia di Andrea Sempio. Tuttavia, questa compatibilità non risolve i dubbi che già allora avevano impedito di procedere contro il giovane, e che oggi riemergono con la stessa forza.

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Garlasco

Garlasco: perché le indagini si complicano

Il problema principale è di natura tecnica e purtroppo definitivo. Come spiegato da fonti vicine all’inchiesta a Fanpage, non è più possibile rianalizzare le unghie di Chiara Poggi. Il materiale fu infatti completamente consumato durante la perizia eseguita dal professor Francesco De Stefano per la Corte d’Assise d’Appello bis. Questo significa che gli esperti del 2024 e del 2025 non hanno potuto condurre nuovi accertamenti, ma solo reinterpretare i dati grezzi ottenuti nel 2014. Già all’epoca, gli esami avevano rivelato un limite quasi insormontabile: le unghie furono sciolte per l’analisi, rendendo impossibile localizzare con precisione il punto esatto in cui si trovava il DNA di Sempio.

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Questo dettaglio non è affatto marginale. Non sapremo mai se quella traccia fosse sopra, sotto o ai lati delle unghie, né a quale dito appartenesse. È considerata molto improbabile un’origine dalle zone subungueali, poiché il Ris, nelle settimane successive all’omicidio, non rilevò né sangue né materiale genetico sotto le unghie di Chiara. Il medico legale confermò inoltre che la ragazza non ebbe il tempo di difendersi: in caso di colluttazione, sarebbero stati individuati segni compatibili. La collocazione del cromosoma Y, insomma, resta un enigma e lo sarà per sempre.

Le incertezze della genetica e le prossime mosse

A questa incertezza si aggiunge quella relativa alla natura stessa della traccia. La nuova perizia super partes ribadisce che non è possibile stabilire con rigore scientifico “le modalità di deposizione del materiale biologico originario” e che non si può sapere se “ciò si sia verificato” a causa di “contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato”. Rimane irrisolta anche la questione temporale: il trasferimento potrebbe essere avvenuto il giorno dell’omicidio come giorni o settimane prima, senza che oggi vi sia un metodo per stabilirlo.

Sulle interpretazioni restano dunque due letture opposte. Per il perito del 2014 e per la difesa di Andrea Sempio, la quantità ridotta di DNA suggerisce una contaminazione accidentale. Per la difesa di Alberto Stasi, invece, la presenza del cromosoma Y dell’amico di Chiara non sarebbe affatto casuale. Toccherà ora alla Procura decidere se gli elementi giustificano un processo. Ma una cosa è già chiara: molte delle risposte che si cercano non potranno arrivare dalla genetica, e saranno investigatori e inquirenti a dover tentare di colmare gli spazi che la scienza, per limiti tecnici insuperabili, non potrà più riempire.

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