
Doveva essere una pausa pranzo come tante, con i colleghi che ordinano qualcosa da asporto e tornano velocemente in ufficio. E invece, nel giro di pochi minuti, quel pranzo si è trasformato in un incubo fatto di arrossamenti, nausea, dissenteria, eruzioni cutanee e difficoltà a respirare. Una scena da emergenza sanitaria che ha mandato nel caos due zone del centro di Genova.
Il primo allarme è scattato alle 13:30 in via Ippolito d’Aste: quindici dipendenti avevano consumato piatti a base di pesce e verdure, acquistati in un locale di via Cesarea. Poco dopo hanno iniziato a sentirsi male uno dietro l’altro. I soccorritori, arrivati in pochi minuti, hanno subito capito che la situazione era seria. Due persone – una 30enne e un 26enne – hanno mostrato sintomi più gravi, tanto da essere trasportate in codice rosso all’ospedale Galliera.

Altri tre uomini (47, 39 e 33 anni) sono stati trasferiti in codice giallo in diversi ospedali cittadini: Villa Scassi, San Martino e ancora il Galliera. Sul posto sono intervenuti anche polizia locale e tecnici dell’Asl 3 per avviare i primi accertamenti. Ma l’ondata di malori non si è fermata qui.
Tra le 15 e le 15:30, la Croce Bianca Genovese è stata chiamata in un’azienda di viale Brigata Bisagno: altri otto lavoratori, tra 25 e 67 anni, accusavano sintomi quasi identici ai colleghi del primo episodio. Anche loro sono stati ricoverati al Galliera, all’Evangelico di Voltri e al Villa Scassi, mentre sul posto arrivavano i NAS e il nucleo di sanità animale dell’Asl 3 per nuove verifiche.

A quel punto una cosa era chiara: non si trattava di un semplice caso isolato.
Nel tardo pomeriggio è arrivata la nota ufficiale del Just Balilla, il locale da cui proveniva il pranzo incriminato. La loro ipotesi è precisa: si potrebbe trattare della sindrome sgombroide, una reazione dovuta a un’eccessiva presenza di istamina nel tonno.
Un dettaglio importante? Questo tipo di contaminazione può verificarsi anche senza segni evidenti di deterioramento del pesce. «Il tonno servito risultava conforme alle norme di conservazione vigenti», si legge nel comunicato.
Ora starà agli accertamenti dell’Asl e dei carabinieri del NAS stabilire cosa sia realmente accaduto. Intanto, a Genova resta la paura per un pranzo che, nel giro di poche ore, ha riempito i pronto soccorso e trasformato una normale giornata di lavoro in un’emergenza collettiva.


