
Il Festival di Sanremo si conferma, anno dopo anno, non solo come la massima kermesse musicale italiana, ma come un vero e proprio evento collettivo che catalizza l’attenzione di tutto il Paese. L’edizione 2026, affidata alla conduzione di Carlo Conti, ha già sollevato grande interesse, soprattutto dopo l’annuncio dei 30 Big in gara. Tuttavia, il dietro le quinte della selezione nasconde sempre storie di attese, speranze e, inevitabilmente, esclusioni.
È proprio su questo aspetto meno visibile che il conduttore ha voluto fare luce, rivelando un retroscena toccante e di grande professionalità che riguarda gli artisti che non hanno superato il taglio finale. Conti ha svelato di aver compiuto un gesto di accortezza e riguardo nei confronti dei cantanti esclusi, evitando loro l’amarezza di scoprire la decisione in un modo impersonale e, per certi versi, umiliante, come l’attesa del tradizionale annuncio televisivo.
L’accortezza del conduttore
Intervenuto in occasione dell’evento Atreju, Carlo Conti ha raccontato di essersi preoccupato personalmente di contattare gli artisti non ammessi al Festival di Sanremo 2026. Questa scelta è stata dettata da una profonda sensibilità e dal rispetto per la dignità professionale dei musicisti, in particolare per coloro che sono già nomi noti e importanti nel panorama musicale italiano. Il conduttore ha spiegato con chiarezza: “Mi sembrava brutto, specialmente per certi nomi, farli aspettare il Tg delle 13:30 per scoprire lì se fossero o meno nella lista“. Conti ha dunque agito con l’obiettivo di comunicare loro l’esito della selezione in via privata, prima dell’annuncio ufficiale, un gesto che evidenzia una cura rara nei confronti di chi lavora nel mondo dello spettacolo. Questo approccio ha permesso agli artisti di apprendere la notizia direttamente, senza dover subire la frustrazione di un’attesa prolungata che si sarebbe conclusa con un “nulla di fatto” appreso dai notiziari.
Il rischio delle reazioni scomposte
Essere esclusi dal Festival di Sanremo può generare, comprensibilmente, una certa delusione o persino una reazione emotiva forte. Conti, pienamente consapevole di ciò, ha messo in conto la possibilità di risposte negative o persino “scomposte” da parte di alcuni artisti. Con la sua tipica ironia, ha persino menzionato di averli “autorizzati tranquillamente a mandarmi a quel paese” in alcuni messaggi inviati. Questo dettaglio rafforza ulteriormente l’immagine di un conduttore che, pur dovendo prendere decisioni difficili e inappellabili, cerca di mantenere un rapporto umano e diretto con tutti i professionisti coinvolti, anche quando la notizia da dare non è quella sperata. Il coraggio di assumersi la responsabilità della comunicazione, anziché nascondersi dietro un comunicato o un annuncio collettivo, è un tratto distintivo della sua gestione del Festival.
La lista dei 30 Big del Festival di Sanremo 2026, svelata come di consueto durante il Tg1, è stata accolta in maniera particolarmente tranquilla quest’anno. Una reazione che, paradossalmente, sembra aver quasi sorpreso e, in un certo senso, “preoccupato” Carlo Conti. Con una nota di sana ironia e autoconsapevolezza sull’ineluttabile natura dello show, il conduttore ha confessato: “Quest’anno sono un po’ preoccupato perché ci sono poche polemiche. Vediamo se strada facendo si crea un po’ di polemica“. Questa affermazione non è un augurio di discordia, ma piuttosto il riconoscimento che la discussione accesa e le inevitabili critiche sono parte integrante, e forse essenziale, del meccanismo Sanremo. L’assenza di polemiche immediate, pur potendo sembrare un segnale di buon lavoro, in realtà riduce quel chiacchiericcio e quel fervore che, da sempre, contribuiscono ad accrescere l’attenzione mediatica sull’evento.
Sanremo come rito collettivo in evoluzione
Carlo Conti ha infine rimarcato la trasformazione che il Festival di Sanremo ha subito nel corso degli anni, specialmente con l’avvento dei social media. Se un tempo la discussione sulle canzoni e sugli artisti si svolgeva il giorno dopo “al bar“, oggi l’opinione pubblica si esprime in tempo reale, trasformando la kermesse in un fenomeno di commento istantaneo e capillare. Il conduttore ha definito Sanremo come “un grande carrozzone che deve far discutere“, sottolineando che proprio questa sua capacità di generare dibattito e di coinvolgere l’intera nazione in una discussione collettiva ne costituisce la vera essenza e la sua grande bellezza. Il Festival, in programma dal 24 al 28 febbraio 2026, ha visto un numero impressionante di proposte, con Conti che ha ricevuto più di 300 brani e ha dovuto affrontare il difficile compito di selezionarne soltanto 30. Questo dato sottolinea l’enorme attrattiva che Sanremo continua a esercitare sul mondo musicale italiano, rendendo il gesto di sensibilità verso gli esclusi un atto ancora più significativo, dato l’alto volume di artisti che aspiravano a un posto sul prestigioso palco dell’Ariston.


