
Un’app per monitorare il telefono del proprio partner: per scoprire con chi parla, geolocalizzarlo e per leggere il contenuto delle sue conversazioni. Un’app che sostanzialmente esiste ma che è illegale.
In tal proposito, si è espressa Veronica Ruggeri de “Le Iene” che raggiunge diversi degli utenti che hanno acquistato l’applicazione, in certi casi pagando anche 1.800 euro, ma che alla fine sono stati truffati perché l’app non sono mai riusciti neppure a scaricarla.
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Il racconto di chi l’ha scaricata: “Sono stata bloccata”
Non solo è illegale spiare il cellulare di un’altra persona ma i truffati hanno perso fior di quattrini denunciando tutto a Le Iene. “Ero molto insicura, preoccupata”, ha dichiarato un’utente, “Volevo capire delle cose con una ragazza”, ha detto un altro. “Volevo provare il suo tradimento”, incalza un terzo ripreso di spalle per il massimo anonimato.
Queste sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto gli utenti a rivolgersi alla piattaforma online italiana chiamata Mspyitaly, che promette di “monitorare cellulari, pc e tablet da remoto” e che sembrerebbe anche affidabile grazie ad alcune recensioni online certificate.
“Dopo aver mandato un messaggio Whatsapp sono stata contattata al telefono da un uomo che mi ha spiegato il funzionamento del software. Una volta effettuato il pagamento avrei ottenuto un link di attivazione tramite email”. La donna però, dopo aver pagato non ha ricevuto nulla ed è stata bloccata su Whatsapp. Insieme a lei altre centinaia di utenti. Un uomo ha dichiarato: “Ho pagato 1.800 euro ma non mi è mai arrivato nulla!”
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Ma chi c’è dietro questa truffa?
Sembra che dietro questa truffa ci sia un ex finanziere: Massimiliano Oliva già condannato in passato per aver chiesto soldi a un imprenditore cinese dopo aver minacciato di chiudergli l’azienda.
Come ha riportato Tgcom, Oliva è indagato per la truffa dell’app: secondo quanto spiegato dall’inviata della trasmissione, Veronica Ruggeri, per adesso Oliva se la sarebbe cavata perché i soldi illeciti sarebbero finiti sui conti correnti di alcuni prestanome sui quali pendono molte denunce.
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