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Ucraina, scoperte tangenti milionarie tra i vertici del settore energetico: coinvolte persone vicine a Zelensky

Pubblicato: 10/11/2025 20:15

Un’indagine durata oltre un anno ha svelato una rete di corruzione radicata nei vertici del comparto energetico ucraino, già messo a dura prova dagli attacchi russi. Al centro dello scandalo, una serie di contratti gonfiati della società statale Energoatom, con percentuali destinate a funzionari e intermediari. Tra i coinvolti emergono anche figure vicine al presidente Volodymyr Zelensky, alimentando tensioni politiche e proteste.

L’inchiesta “Midas” e le prove raccolte

Secondo quanto riferito dall’Agenzia nazionale anti-corruzione (Nabu), l’operazione denominata Midas ha permesso di raccogliere migliaia di ore di intercettazioni audio che documentano le attività di un’organizzazione criminale di alto livello. Le indagini, condotte in collaborazione con la Procura speciale anti-corruzione (Sapo) per oltre quindici mesi, hanno portato a 70 perquisizioni in tutto il Paese. È stato scoperto un sistema che riscuoteva tangenti pari al 10-15% del valore dei contratti stipulati da Energoatom con i suoi subappaltatori.

La società statale ha confermato di aver collaborato con gli inquirenti e di essere stata oggetto di controlli, pur evitando di commentare le accuse. L’operazione arriva in un momento delicato per il governo, dopo mesi di frizioni tra le agenzie anti-corruzione e l’esecutivo, culminate con un controverso tentativo di limitare l’autonomia del Nabu, poi ritirato in seguito alle proteste dell’Unione Europea e della società civile.

Le perquisizioni e i nomi eccellenti

Fonti dei media ucraini riferiscono che tra gli obiettivi delle perquisizioni figurano le abitazioni dell’ex ministro dell’Energia e attuale ministro della Giustizia German Galushchenko, e quelle di Timur Mindich, stretto collaboratore del presidente e cofondatore della casa di produzione Kvartal 95. Quest’ultimo era già stato al centro di altre indagini, considerate tra le ragioni che avrebbero spinto il governo, lo scorso luglio, a tentare di ridimensionare l’indipendenza del Nabu.

La scoperta alimenta il dibattito sulla trasparenza del sistema politico ucraino, mentre il Paese continua a fronteggiare una guerra che mette sotto pressione le istituzioni e la popolazione.

La reazione del governo e della società civile

Al momento, il presidente Zelensky non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’inchiesta. Il suo consigliere per la comunicazione, Dmytro Lytvyn, ha invitato alla prudenza, sottolineando che “è presto per trarre conclusioni” ma che, “se il Nabu ha fatto un buon lavoro, merita sostegno”.

Sui social, la nota attivista anti-corruzione Martyna Boguslavets ha commentato che “la guerra non si combatte solo al fronte, ma anche dentro il sistema, tra chi vuole il cambiamento e chi tenta di seppellire la verità sotto il denaro e il silenzio”.

Corruzione endemica e ambizioni europee

La corruzione rimane una delle principali sfide per Kiev, che da anni tenta di allinearsi agli standard europei per ottenere la piena adesione all’Unione Europea. L’operazione Midas rappresenta un banco di prova per la credibilità del governo e per la fiducia dei partner occidentali, in un momento in cui la trasparenza e la legalità appaiono più cruciali che mai per il futuro del Paese.

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