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Crosetto negli Usa per il dossier armi a Kiev: tensione con Washington, Salvini irrita gli americani

Pubblicato: 11/11/2025 07:17

Il viaggio era in programma da settimane ma è diventato ufficiale solo ieri. Guido Crosetto, ministro della Difesa, partirà venerdì per gli Stati Uniti, dove incontrerà il segretario alla Difesa Pete Hegseth. Sul tavolo ci saranno i temi più caldi: Ucraina, Africa, F-35 e soprattutto il programma Purl, con cui Roma dovrebbe acquistare armamenti americani da destinare a Kiev. Ma proprio attorno a questo dossier è esploso un caso diplomatico che ha creato un certo imbarazzo tra Italia e Stati Uniti.

Le parole di Salvini e l’irritazione americana

Secondo fonti di governo, a innescare la tensione sarebbero state le dichiarazioni di Matteo Salvini, che da giorni ripete: «Più armi produciamo e inviamo, più la guerra va avanti». Il leader della Lega, però, non parla solo da capo di partito ma da vicepresidente del Consiglio, e le sue parole hanno attirato l’attenzione dell’ambasciata Usa a Roma e, secondo alcune indiscrezioni, anche della stessa amministrazione Trump.
Il tema è finito subito sul tavolo di Palazzo Chigi, tanto che il ministro Antonio Tajani ha sentito la necessità di precisare: «Dobbiamo aiutare l’Ucraina perché ne difendiamo la libertà e l’indipendenza. Non siamo per la guerra e non manderemo soldati a combattere, ma continueremo a rispettare gli impegni presi».

Gli impegni con la Casa Bianca, infatti, non sono di poco conto. Il programma Purl, sostenuto da Washington, prevede che gli alleati europei acquistino armi statunitensi da fornire a Kiev. È uno dei pilastri della strategia americana, che consente di mantenere inalterato il sostegno militare all’Ucraina garantendo allo stesso tempo continuità all’industria bellica Usa.

Crosetto in missione per “riparare”

Il ministro Crosetto volerà quindi a Washington in un clima non semplice. Dovrà ribadire la volontà italiana di restare un partner affidabile, discutendo con Hegseth non solo del dossier Purl ma anche della presenza militare americana in Italia, dell’impegno nel Sahel e del sostegno a Gaza per l’addestramento delle forze di sicurezza locali. Tra i temi sul tavolo anche la creazione di una scuola italiana per piloti di F-35, progetto fortemente voluto dallo stesso Crosetto.
Resta però il nodo politico interno: mentre Meloni punta a preservare l’intesa con Washington, Salvini continua a cavalcare la linea del “no alle armi”, e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, pure leghista, avrebbe espresso dubbi sull’aumento della spesa militare. Un equilibrio delicato, che Crosetto dovrà difendere anche oltre oceano.

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