
Torna protagonista del dibattito politico Rocco Casalino, ex portavoce di Giuseppe Conte e storico regista della comunicazione del Movimento 5 Stelle. Dopo l’annuncio del suo addio alla macchina comunicativa del partito per dedicarsi al giornalismo, Casalino è stato ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, dove ha offerto una lunga analisi sull’attuale scenario politico e sul funzionamento della comunicazione di governo. Tra rivendicazioni sul ruolo di Conte, critiche all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e riflessioni sull’astensione, l’ex portavoce ha delineato un quadro preciso del momento politico italiano.
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La difesa di Conte e la fiducia nel Movimento
In apertura, Casalino ha espresso piena fiducia nella solidità del Movimento 5 Stelle e nel progetto politico del campo largo. «Io sono convintissimo che il M5S abbia ottime possibilità di crescita e che il centrosinistra possa persino vincere le prossime elezioni», ha affermato, sottolineando la centralità della figura di Giuseppe Conte.
Secondo Casalino, l’ex premier resta «la persona più sottovalutata della politica italiana»: «A Palazzo Chigi si pensava non fosse in grado di governare, invece è stato un ottimo presidente del Consiglio. Non lo sottovaluterei affatto. Sono convinto che il Movimento crescerà ancora sotto la sua guida». Parole che confermano la sua lealtà politica e la convinzione che il M5S possa riconquistare consenso grazie a una linea più netta sui temi sociali ed economici.

La strategia comunicativa di Meloni
Incitato da Lilli Gruber, Casalino ha poi analizzato la comunicazione della premier Giorgia Meloni, riconoscendone la grande abilità ma anche l’uso mirato di tecniche mediatiche. «La Meloni non ha paura delle domande. È una politica abilissima, è da troppi anni in politica per temere il confronto», ha spiegato, aggiungendo però che la premier usa una “tecnica precisa” per controllare la narrazione pubblica.
«Se hai una notizia scomoda, come quella sul Pil che oggi è allo 0,0% dopo un trimestre a -0,1%, e non ti presenti alle conferenze stampa, eviti le domande e impedisci alla notizia di crescere», ha detto Casalino. Secondo lui, la premier blocca volontariamente la diffusione delle notizie negative, sapendo che un’informazione, per diventare virale, ha bisogno di essere rilanciata, commentata e discussa. «Se nessuno la alimenta, si spegne», ha spiegato.
Il controllo dell’agenda e il ruolo di Fazzolari
Casalino ha individuato in questa strategia il segreto del consenso stabile di Giorgia Meloni, nonostante le difficoltà economiche. «Lei blocca moltissime notizie negative e in questo modo detta lei l’agenda. Poi amplifica gli errori dell’opposizione, come quello sulla patrimoniale, costruendo nuovi titoli di mainstream», ha osservato.
Alla domanda su chi elabori le strategie comunicative della premier, Casalino ha risposto: «Secondo me c’è Giovanbattista Fazzolari, il suo sottosegretario e braccio destro. Mi pare molto bravo in questo». L’ex portavoce di Conte ha descritto un sistema comunicativo estremamente strutturato, in cui ogni messaggio è calibrato per proteggere la presidente del Consiglio da notizie potenzialmente dannose e per orientare la discussione pubblica.
Politica estera, media e distrazione dai problemi interni
Nel corso della trasmissione, Casalino ha ampliato la sua analisi sostenendo che la politica estera ha fornito un vantaggio strategico al governo. «Meloni ha goduto di due anni in cui si è parlato quasi solo di politica internazionale. La politica estera avvantaggia sempre chi è a Palazzo Chigi, perché conferisce autorevolezza e visibilità», ha spiegato.
Secondo lui, i media si sono concentrati su grandi crisi globali – come il genocidio in Palestina e i conflitti internazionali – distogliendo l’attenzione dai problemi interni. «Nel frattempo non si è discusso dei temi reali: salari bassi, sanità in difficoltà, tempi infiniti della giustizia, caro vita. I salari sono diminuiti del 9% in pochi anni», ha aggiunto, invitando il centrosinistra a riportare al centro dell’agenda le questioni economiche e sociali.

Il messaggio politico e la sfida al governo
Casalino ha poi lanciato un chiaro messaggio politico: «C’è l’astensione, che è un allarme democratico. Si parla del successo della Meloni, ma bisognerebbe guardare anche quanti italiani non vanno più a votare». Un tema che, secondo l’ex portavoce, il campo progressista dovrebbe affrontare con urgenza, tornando a parlare ai cittadini che si sentono esclusi.
Ha anche criticato la narrazione economica dell’esecutivo: «Il governo finge di tagliare le tasse, ma abbiamo il record di pressione fiscale. Dire che le entrate aumentano perché c’è più lavoro è una balla colossale: se il Pil non cresce, significa solo che il carico sui cittadini è più pesante».
Infine, un invito strategico all’opposizione: «Se si comincia ad attaccare Meloni sui problemi interni, la si può indebolire seriamente. Quando l’attenzione del centrosinistra tornerà sulla realtà quotidiana, la premier sarà più in difficoltà».
Conclusione: la comunicazione come chiave del potere
L’intervento di Rocco Casalino a Otto e mezzo conferma il suo sguardo da esperto della comunicazione politica: una lettura lucida dei meccanismi mediatici che regolano il consenso. Mentre rivendica il ruolo di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle nel costruire un’alternativa credibile, Casalino individua nella strategia comunicativa di Giorgia Meloni la chiave della sua tenuta politica.
Il confronto con Lilli Gruber si è così trasformato in un’analisi del potere moderno, dove il controllo dell’informazione e la gestione del tempo mediatico diventano strumenti centrali per governare l’opinione pubblica. E, come sottolinea l’ex portavoce, sarà proprio su questo terreno che si giocherà la prossima sfida tra governo e opposizione.


