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“Donald Trump sapeva delle ragazze”, cosa c’è nelle mail di Epstein sul tycoon

Pubblicato: 13/11/2025 06:37

Jeffrey Epstein ha menzionato Donald Trump più volte nella corrispondenza privata scambiata negli ultimi quindici anni. Le email, rese pubbliche dai Democratici della Commissione di Vigilanza della Camera, mostrano un flusso continuo di riferimenti al tycoon da parte del finanziere suicida e dei suoi collaboratori, suggerendo che l’allora imprenditore fosse consapevole almeno in parte del sistema di sfruttamento sessuale messo in piedi da Epstein, condannato per abusi e traffico di minori. La Casa Bianca ha reagito duramente, parlando di “bufala”, mentre Trump ha attaccato i Democratici e lanciato un avvertimento al suo stesso partito.

Nelle comunicazioni indirizzate a Ghislaine Maxwell, storica collaboratrice poi condannata per traffico sessuale, e allo scrittore Michael Wolff, Epstein racconta che Trump avrebbe passato diverse ore insieme a una giovane donna identificata dai Democratici come vittima di sfruttamento. In uno dei passaggi più discussi, Epstein scrive che Trump “sapeva delle ragazze”, commento che sembra riferirsi alla versione del presidente secondo cui avrebbe cacciato Epstein da Mar-a-Lago. Le email, ottenute dagli eredi del finanziere tramite citazione in giudizio, risalgono perlopiù agli anni precedenti alla presidenza e non includono messaggi scritti o ricevuti da Trump.

Le mail su Trump e le giovani donne

La Casa Bianca si è affrettata a sminuire il contenuto dei documenti, ribadendo che le email “non dimostrano nulla” e che il presidente non è accusato di alcun illecito. In una dichiarazione, la portavoce Karoline Leavitt ha definito l’operazione “un tentativo di costruire una falsa narrativa”, mentre Trump ha parlato di “distrazione orchestrata” sullo shutdown. In una mail del 2 aprile 2011, Epstein scrive a Maxwell: “Voglio che tu capisca che quel cane che non ha abbaiato è Trump…”. Il riferimento è a una ragazza, nome oscurato, che “ha trascorso ore a casa mia con lui”. Maxwell risponde: “Ci ho pensato…”. I repubblicani della Commissione hanno identificato la giovane come Virginia Giuffre, accusando i Democratici di aver nascosto il nome perché non coinvolgeva Trump in accuse di reato. Tre anni prima dell’email, nel 2008, Epstein era stato condannato a 18 mesi per reati legati alla prostituzione minorile, con rilascio dopo 13 mesi.
Nel 2019, in un’altra email, Epstein risponde a dichiarazioni di Trump su Mar-a-Lago scrivendo: “Trump ha detto di avermi chiesto di dimettermi. Non sono mai stato un membro… ovviamente sapeva delle ragazze, visto che ha chiesto a Ghislaine di smettere”. La Casa Bianca ribadisce che Epstein fu allontanato “perché si comportava in modo strano”.

Una terza email, datata dicembre 2015, mostra un dialogo confidenziale tra Wolff ed Epstein. Wolff avverte che la Cnn potrebbe chiedere a Trump del suo rapporto con il finanziere durante il dibattito repubblicano. Epstein chiede come dovrebbe rispondere il tycoon e lo scrittore replica che una risposta errata potrebbe offrirgli “un vantaggio politico”.

Le critiche di Epstein a Trump e la tempesta politica a Washington

Dopo la pubblicazione dei documenti da parte dei Democratici, i repubblicani della Commissione hanno diffuso altre 20.000 pagine degli eredi di Epstein, compresi messaggi in cui il finanziere critica Trump dopo l’elezione del 2016. In un’email del gennaio 2017 lo definisce “fottutamente pazzo”, mentre in uno scambio del 2018 con Larry Summers lo descrive come “al limite della follia”. In un’altra mail, Epstein scrive all’avvocata Kathryn Ruemmler parlando del “potere enorme e pericoloso” del presidente.
Maxwell, invece, nel suo interrogatorio, aveva “assolto” Trump, dicendo di non averlo mai visto in comportamenti sconvenienti. La Casa Bianca ha attaccato i Democratici per la pubblicazione selettiva dei messaggi, mentre Trump su Truth Social ha parlato di “bufala” e chiesto ai repubblicani di “non cadere nella trappola”.

Il rapporto fra Trump ed Epstein è noto da anni, pur senza accuse dirette al presidente. Trump ha negato ogni illecito e ha fatto causa al Wall Street Journal per un articolo su lettere donate a Epstein. Il caso è tornato centrale mentre a Washington si discute se rendere pubblici ulteriori documenti federali sul finanziere, che il Dipartimento di Giustizia ha confermato essersi suicidato nel 2019. Le reazioni politiche, soprattutto nella base MAGA, hanno aumentato la pressione sul Congresso, che intende imporre un voto per obbligare la pubblicazione dei documenti ancora segreti.

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Ultimo Aggiornamento: 13/11/2025 06:41

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