
Il nuovo dibattito sui vaccini anti Covid è riesploso sui social dopo il video diffuso tra gli altri da Heather Parisi, in cui il giornalista britannico Piers Morgan ammette pubblicamente di aver sbagliato nel giudicare Novak Djokovic per la sua posizione contraria all’obbligo vaccinale. A far discutere in Italia, però, è stato il commento di Enrico Ruggeri, che ha rilanciato il filmato con parole dure e cariche di risentimento: “In Italia nessuno ha avuto questa onestà intellettuale. Nessuno si è mai scusato.”
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Il messaggio, apparso sul profilo X (ex Twitter) del cantante, ha immediatamente acceso la rete, riaccendendo anche le polemiche sulla sua figura di presunto no vax e sulla gestione del dibattito pubblico durante la pandemia.
Il mea culpa di Piers Morgan e il caso Djokovic
Nel video, Piers Morgan, noto per il suo stile diretto e talvolta provocatorio, si rivolge a Novak Djokovic ammettendo: “Mi dispiace. Avevi ragione tu.” Un’ammissione che, a distanza di anni dalle misure restrittive anti-Covid, suona come una svolta simbolica nel racconto mediatico della pandemia.
Morgan riconosce che la contrapposizione tra vaccinati e non vaccinati è stata eccessiva e che la questione del vaccino, col tempo, ha assunto i tratti di una battaglia ideologica: “È diventato chiaro che se si era vaccinati o no, non faceva alcuna differenza nel trasmettere il virus. A quel punto, diventa una scelta personale.”
Il riferimento a Djokovic non è casuale. Il tennista serbo, che durante la pandemia aveva scelto di non vaccinarsi, fu escluso da tornei internazionali e divenne simbolo di una resistenza alle imposizioni sanitarie. Morgan, che all’epoca lo aveva criticato apertamente, oggi riconosce di aver giudicato male quella decisione.

Il post di Enrico Ruggeri e la polemica italiana
Proprio su questo tema è intervenuto Enrico Ruggeri, che con un messaggio breve ma incisivo ha voluto sottolineare la differenza di atteggiamento tra il contesto britannico e quello italiano. “In Italia nessuno ha avuto questa onestà intellettuale. Nessuno si è mai scusato.”
Il post è stato interpretato da molti come una critica diretta al mondo dell’informazione, alla politica e a tutti coloro che durante l’emergenza sanitaria avevano sostenuto una linea dura nei confronti di chi rifiutava il vaccino. Le parole del cantautore si inseriscono perfettamente nel suo profilo pubblico: Ruggeri, infatti, non ha mai nascosto la propria contrarietà verso alcune scelte compiute durante la gestione del Covid-19, né le sue perplessità sui limiti imposti alla libertà individuale.
Negli anni della pandemia, il cantante aveva espresso più volte opinioni scettiche sul Green Pass e sulla comunicazione istituzionale legata alla campagna vaccinale. Sebbene non si sia mai dichiarato esplicitamente “no vax”, la sua posizione critica lo ha reso un punto di riferimento per una parte dell’opinione pubblica diffidente nei confronti delle misure imposte dal governo.
In Italia nessuno ha avuto questa onestà intellettuale.
— Enrico Ruggeri (@enricoruggeri) November 12, 2025
Nessuno si è mai scusato. https://t.co/YaLXY7HH2N
Ruggeri, una voce controcorrente nel mondo dello spettacolo
In un panorama artistico spesso allineato alle posizioni ufficiali, Enrico Ruggeri ha rappresentato una delle poche voci fuori dal coro. La sua scelta di commentare l’ammissione di Piers Morgan non è casuale: per molti, le sue parole riflettono un sentimento di rivincita verso chi, durante gli anni più duri della pandemia, veniva etichettato come “complottista” o “negazionista”.
Il suo post su X ha raccolto centinaia di commenti e condivisioni in poche ore. C’è chi lo ha applaudito per il coraggio di dire ciò che altri non osano, e chi lo accusa invece di voler riaprire una ferita ancora aperta nella società italiana. Di certo, Ruggeri è riuscito ancora una volta a catalizzare il dibattito, confermando il suo ruolo di artista divisivo e provocatore, capace di trasformare ogni riflessione in un caso mediatico.
Il dibattito sulla libertà di scelta e la memoria collettiva
Le parole del cantante riaccendono anche un tema più ampio: la libertà di scelta in materia sanitaria e la capacità di ammettere eventuali errori nella gestione della pandemia. Il “mea culpa” di Piers Morgan, accolto con interesse in molti Paesi, contrasta con il silenzio che Ruggeri denuncia in Italia, dove il confronto pubblico su vaccini e restrizioni resta ancora polarizzato.
Il riferimento del cantautore non è solo al mondo politico, ma anche a quello mediatico e scientifico, accusato di non aver mai riconosciuto gli eccessi comunicativi o le discriminazioni verso chi manifestava dubbi sul vaccino. In questo senso, il suo post non è solo una provocazione, ma una riflessione sulla mancanza di autocritica nel dibattito nazionale.
Una ferita ancora aperta
Il caso esploso dopo le parole di Piers Morgan e il commento di Enrico Ruggeri dimostra come, a distanza di anni, la questione dei vaccini continui a dividere. La pandemia ha lasciato non solo segni economici e sociali, ma anche una profonda frattura culturale che il tempo non ha ancora sanato.
Il gesto di Morgan ha riaperto un capitolo che molti ritenevano chiuso. E Ruggeri, con il suo post tagliente, ha ricordato che in Italia — almeno secondo lui — quel momento di “onestà intellettuale” non è ancora arrivato.


