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Caso Epstein, spunta una nuova mail: “Io l’unico in grado di abbattere Trump”

Pubblicato: 13/11/2025 15:54

Sono io l’unico in grado di abbatterlo”. È una delle frasi più forti contenute in una delle email di Jeffrey Epstein diffuse nelle ultime ore dalla Commissione di Vigilanza della Camera degli Stati Uniti. Il riferimento è diretto all’ex presidente Donald Trump, con cui il finanziere ebbe rapporti di conoscenza negli anni Novanta.

Dai messaggi di posta elettronica, resi pubblici insieme a migliaia di altri documenti, emergerebbe un potenziale piano di ricatto orchestrato da Epstein, che avrebbe raccolto materiale compromettente sul tycoon repubblicano.

Tra le email spiccano passaggi in cui Epstein parla di indagini sulle dichiarazioni finanziarie di Trump e accenna a presunte fotografie che lo ritrarrebbero “con ragazze in bikini nella mia cucina”. Una formula che, secondo gli investigatori, lascerebbe intendere la possibilità di una pressione politica o personale nei confronti dell’ex presidente.

I documenti, desecretati dalla Commissione di Vigilanza della Camera Usa, fanno parte dell’indagine in corso sulle relazioni di Epstein con uomini d’affari e figure politiche di alto profilo. L’obiettivo è comprendere l’estensione della rete di contatti e la natura delle informazioni che il finanziere avrebbe utilizzato per ottenere vantaggi o protezione.

In una delle email più inquietanti, Epstein avrebbe scritto a se stesso una nota in cui affermava che Trump era a conoscenza degli abusi sessuali commessi su ragazze minorenni, ma non vi avrebbe mai preso parte. Una precisazione che, secondo gli analisti, potrebbe essere stata funzionale a costruire una forma di “autotutela” in caso di indagini future.

Il contenuto delle comunicazioni, datate tra il 2012 e il 2017, getta nuove ombre sulla rete di rapporti di Epstein con politici, magnati e personaggi dell’élite americana e internazionale. Diverse email menzionano incontri riservati, donazioni e viaggi privati.

Le autorità statunitensi hanno precisato che la pubblicazione dei documenti non costituisce prova diretta di reati, ma contribuisce a ricostruire il contesto di influenza e ricatti in cui operava il finanziere, morto in circostanze ancora controverse nel 2019.

Il nome di Donald Trump, già emerso più volte nelle inchieste legate a Epstein, torna dunque al centro dell’attenzione mediatica, sebbene non risulti alcun coinvolgimento diretto negli abusi o nelle attività criminali.

La Commissione di Vigilanza proseguirà nelle prossime settimane l’esame dei materiali, che includono anche corrispondenze con altre figure note del panorama politico e imprenditoriale. Ulteriori rivelazioni sono attese nei prossimi giorni, mentre il dibattito pubblico negli Stati Uniti si riaccende sull’eredità oscura di Jeffrey Epstein.

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