Vai al contenuto

“Tutto fermo”. Caos totale in Italia, ritardi di oltre 6 ore: Salvini di nuovo nella bufera

Pubblicato: 13/11/2025 16:18

Il grande tabellone luminoso, che di norma scandisce con precisione svizzera gli orari di una metropoli in movimento, oggi rifletteva una realtà ben diversa, quasi surreale. Le cifre scorrevano, ma non erano ore, erano minuti, e il loro numero era talmente elevato da trasformarsi in intere mezze giornate perdute. C’era chi stringeva la maniglia di un trolley, stanco dopo ore di attesa, chi guardava il telefono con una smorfia di incredulità e chi, semplicemente, si era arreso all’idea di aver fallito la propria coincidenza o il proprio appuntamento importante. L’aria era satura di un misto di frustrazione silente e rabbia contenuta, in un luogo dove l’efficienza è la norma e il ritardo l’eccezione. Oggi, tuttavia, l’eccezione aveva divorato la regola. La causa era lontana, un tragico sussulto lungo i binari del Paese, ma i suoi effetti si sentivano qui, forti e tangibili, in un nodo cruciale dove l’Italia intera si incontra e si separa. Per i viaggiatori, la speranza di partire o di arrivare in tempo si era spenta, lasciando spazio a una sorda, infinita attesa.

Caos alla stazione di Roma Termini

Nella giornata di giovedì 13 novembre 2025, la stazione Termini di Roma è stata teatro di una situazione di grave e prolungato caos, che ha visto i viaggiatori affrontare ritardi sui treni, in particolare quelli ad Alta Velocità, che hanno raggiunto la drammatica soglia delle sei ore. L’origine di questo disservizio, che ha paralizzato una delle principali porte d’accesso e snodo ferroviario della Capitale, è da ricondursi a un tragico incidente mortale avvenuto nelle prime ore della mattina in Calabria, specificamente all’altezza della stazione di Praia a Mare. Questo evento luttuoso ha innescato una reazione a catena che ha avuto ripercussioni su gran parte della rete ferroviaria nazionale, con il suo epicentro visibile e tangibile proprio a Roma Termini. La sospensione dei treni nella tratta coinvolta, imposta per consentire l’intervento dell’autorità giudiziaria e le necessarie operazioni, ha di fatto mandato in tilt gli orari, provocando un effetto domino sui tabelloni delle partenze e degli arrivi.

L’elemento che ha dato il via a questa lunga serie di disagi è stato, come comunicato da Trenitalia, l’incidente mortale avvenuto in Calabria. L’evento ha reso indispensabile la sospensione immediata di tutti i treni che percorrevano quel tratto di linea, essenziale per i collegamenti tra il Nord e il Sud Italia. La linea è rimasta interrotta per diverse ore, in attesa del nulla osta dell’autorità giudiziaria, un passaggio imprescindibile in casi di tale gravità. Soltanto nel primo pomeriggio, precisamente alle 14:50, la linea ha potuto essere riattivata. Nonostante la ripresa della circolazione, tuttavia, l’impatto sul traffico ferroviario era già devastante. Durante il periodo di blocco, per mitigare parzialmente il disagio dei viaggiatori, Trenitalia ha attivato un servizio sostitutivo con bus che operava fra le stazioni di Sapri e Paola. Tuttavia, per i treni che dovevano percorrere l’intera penisola, questo servizio alternativo non è riuscito a contenere le conseguenze a catena dei ritardi accumulati.

Il tabellone dei ritardi: cifre impressionanti

L’entità del problema è stata immediatamente visibile sui tabelloni luminosi della stazione Termini, dove le cifre dei ritardi hanno raggiunto livelli eccezionali e difficilmente gestibili. Alle ore 15:00, uno sguardo ai monitor delle partenze rivelava una situazione critica per l’Alta Velocità. Il Frecciarossa AV 8418, diretto a Venezia e con partenza programmata per le 11:35, ha registrato il ritardo massimo di 360 minuti, l’equivalente esatto di sei ore. Altri treni, pur non raggiungendo il picco massimo, hanno mostrato disservizi di notevole portata. L’AV 9584, destinato a Torino Porta Nuova e previsto per le 13:10, accumulava 270 minuti di ritardo, mentre l’AV 8134, anch’esso diretto a Torino, segnava 260 minuti di ritardo. Anche i collegamenti verso il Sud non sono stati risparmiati, sebbene con ritardi inferiori in quel momento: l’AV 8902 per Napoli Centrale delle 14:15 registrava 50 minuti, e l’AV 9623 per Reggio Calabria delle 14:25 segnava 60 minuti di ritardo. La stessa situazione di pesanti disagi si rifletteva simmetricamente sui tabelloni degli arrivi, con convogli provenienti dal Sud che mostravano anch’essi fino a sei ore di ritardo, a conferma di come l’intera tratta ferroviaria fosse stata colpita.

Viaggiatori disorientati e la rabbia in stazione

La cornice di questo scenario di caos è stata la rabbia e il disorientamento dei viaggiatori assiepati nella stazione. I ritardi mostrati, che coinvolgevano sia i treni Frecciarossa di Trenitalia sia i convogli di Italo, hanno messo a dura prova la pazienza dei pendolari e dei turisti. Per chi doveva partire o era in attesa di un arrivo, l’attesa si è trasformata in una frustrante odissea. L’impossibilità di ottenere risposte chiare e precise ha acuito il senso di abbandono e la crisi di nervi tra i passeggeri. Il problema non era solo l’attesa in sé, ma la mancanza di informazioni aggiornate e coerenti. La richiesta di sapere i tempi effettivi di recupero o l’orario di partenza è caduta nel vuoto, lasciando i viaggiatori senza punti di riferimento certi in una giornata già segnata da un gravissimo disservizio. La situazione, descritta come in continuo aggiornamento, lasciava presagire che gli effetti del blocco mattutino avrebbero continuato a farsi sentire per molte ore, prolungando l’agonia di chi doveva spostarsi sull’asse Nord-Sud e viceversa.

Nonostante la riattivazione della linea nel pomeriggio, l’articolo evidenzia chiaramente come l’effetto ritardo fosse ancora in aumento anche alle ore 16:00. Questo dimostra la complessità logistica di riportare alla normalità un sistema ferroviario dopo un blocco così prolungato e significativo su una tratta cruciale. L’accumulo di ritardi non si risolve semplicemente con il ripristino del binario, ma richiede tempo per riallineare i convogli, riposizionare i macchinisti e garantire la sicurezza della marcia. Il caos alla stazione Termini, quindi, non è stato un evento passeggero ma una crisi prolungata che ha dominato l’intera giornata. L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di vulnerabilità del sistema ferroviario, come testimoniato da precedenti eventi citati, come guasti o scioperi, che periodicamente mettono in ginocchio la principale stazione della capitale. In sintesi, la giornata del 13 novembre 2025 rimarrà negli annali come un giorno di estremo disagio e difficoltà per il trasporto ferroviario italiano, con la stazione Termini a Roma come suo simbolo di paralisi.

La ricaduta politica: il ruolo del ministro dei trasporti

Situazioni di caos ferroviario così ampie e diffuse, che toccano migliaia di cittadini e paralizzano un settore vitale come l’Alta Velocità, hanno inevitabilmente una ricaduta politica. Questi eventi tendono a far riemergere e accentuare il dissapore pubblico e le critiche nei confronti delle figure istituzionali che detengono la responsabilità diretta sul settore dei trasporti e delle infrastrutture. Essendo Matteo Salvini l’attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il disagio dei viaggiatori si traduce rapidamente in un focus sulla sua gestione e sulla percezione della qualità del servizio pubblico da lui supervisionato. Nonostante la causa scatenante sia stata un incidente tragico e imprevedibile, la gestione della crisi, la tempestività delle comunicazioni ai passeggeri e la resilienza del sistema ferroviario di fronte a un blocco sulla linea diventano immediatamente oggetto di esame politico. In momenti come questo, le critiche all’operato del Ministero tendono ad intensificarsi, con l’opinione pubblica che chiede garanzie non solo sulla sicurezza, ma anche sulla capacità del Paese di mantenere efficienti le proprie infrastrutture strategiche, alimentando così le polemiche sul ruolo del Ministro e sulla sua azione di governo nel settore.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 13/11/2025 16:19

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure