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“Una tassa sull’oro degli italiani”. La proposta che fa discutere: cosa cambia e perché

Pubblicato: 13/11/2025 18:12

Una tassa sull’oro con aliquota agevolata al 12,5% potrebbe presto entrare nella prossima manovra economica. È quanto emerge da una proposta parlamentare che mira a favorire la rivalutazione dell’oro da investimento in possesso dei privati.

La misura, se approvata, consentirebbe a chi detiene lingotti, placchette o monete d’oro di regolarizzare la propria posizione entro il 30 giugno 2026, beneficiando di un’imposta sostitutiva ridotta rispetto all’attuale aliquota del 26%.

Si tratta di una proposta parlamentare, di cui si era discusso già all’inizio di novembre, anticipata da MF-Milano Finanza. La misura potrebbe far recuperare allo Stato circa 2 miliardi di euro. Secondo i calcoli infattu, in caso di adesione del 10% dei proprietari di oro da investimento (che vale 133-166 miliardi) nelle casse pubbliche entrerebbero tra 1,67 e 2,08 miliardi. L’obiettivo della misura, si legge nel documento, è “facilitare l’emersione e la circolazione di oro fisico da investimento, garantendo al tempo stesso un incremento del gettito”. L’emendamento, scrive il Corriere, è stato proposto da Giulio Centemero (Lega) e Maurizio Casasco (Forza Italia).

Secondo le stime contenute nella proposta, ipotizzando un’adesione pari al 10% dei detentori di oro fisico, il provvedimento garantirebbe un gettito fiscale compreso tra 1,67 e 2,08 miliardi di euro. L’obiettivo dichiarato è duplice: favorire l’emersione dell’oro fisico e incrementare le entrate dello Stato.

La nuova disciplina si applicherebbe ai contribuenti che, alla data del 1° gennaio 2026, possiedano oro da investimento privo di documentazione che ne attesti il valore o il costo di acquisto. Una condizione piuttosto frequente, soprattutto per chi ha ereditato o acquistato oro molti anni fa.

Oggi, in assenza di tale documentazione, la normativa prevede che, in caso di vendita, venga applicata l’imposta del 26% sull’intero valore ceduto, invece che sulla sola plusvalenza. Una situazione penalizzante anche per chi non ha finalità speculative.

La proposta, si legge nel documento, introdurrebbe una disciplina straordinaria e temporanea per permettere ai cittadini di riallineare il costo fiscale dell’oro da investimento, regolarizzando la posizione in modo trasparente e meno oneroso.

Pur non essendo ancora ufficiali, alcune stime ipotizzano che in Italia esistano circa 4.500-5.000 tonnellate di oro privato, per un valore compreso tra 499 e 550 miliardi di euro, considerando il prezzo attuale di circa 111.000 euro al chilo.

All’interno di questo enorme patrimonio, la quota di oro da investimento (diversa dall’oro contenuto nei gioielli) rappresenterebbe circa il 25-30% del totale, pari a un ammontare compreso tra 1.200 e 1.500 tonnellate.

L’introduzione di una tassa agevolata sull’oro potrebbe quindi non solo favorire la trasparenza del mercato, ma anche trasformarsi in una delle misure fiscali più redditizie della prossima manovra 2026, con un impatto significativo sia per lo Stato sia per i risparmiatori italiani.

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Ultimo Aggiornamento: 13/11/2025 18:19

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