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“Ancora brutte notizie”. Sondaggi politici, Salvini trema! Ecco cosa sta succedendo

Pubblicato: 14/11/2025 15:05

Il panorama che ne emerge dalla Supermedia mostra una sorprendente stabilità, con le dinamiche interne tra i diversi attori politici che si mantengono pressoché inalterate. I rapporti di forza tra i partiti rimangono ancorati alle posizioni già osservate, delineando un quadro di lenta evoluzione, fatta eccezione per alcune lievi oscillazioni. Si nota, in particolare, un marginale arretramento per il partito Fratelli d’Italia, che perde uno 0,4%. Nonostante questa seppur minima flessione, la formazione si mantiene saldamente al di sopra della “soglia psicologica” del 30%, confermandosi il primo partito a livello nazionale. Il suo vantaggio sul Partito Democratico (PD) rimane, in termini sostanziali, invariato, a testimonianza della sua leadership indiscussa.

Analogamente, anche la Lega registra un calo di identica entità, pari a 0,4%. Anche in questo caso, il dato non scalfisce la sua posizione al di sopra di un’altra soglia altrettanto significativa, quella dell’8%. Tuttavia, complice il periodo positivo che sta vivendo il suo principale competitore all’interno della coalizione di centrodestra, Forza Italia, questo arretramento si traduce in un divario che si sta gradualmente allargando nelle ultime settimane, con un ritardo che ad oggi supera il punto percentuale. In controtendenza, il Movimento 5 Stelle (M5S) guadagna terreno, un segnale che fa pensare a una sua stabilizzazione al di sopra della soglia del 12%, dopo la fisiologica flessione che aveva caratterizzato il partito in seguito alle deludenti performance registrate nelle recenti tornate di elezioni regionali.

Il nuovo scenario politico: il referendum sulla separazione delle carriere

Di recente, la cronaca politica si è arricchita di un elemento di dibattito cruciale, destinato a segnare in modo significativo i mesi a venire. Questo tema si imporrà con forza anche all’indomani dell’ultima e importante tornata elettorale dell’anno, che vedrà i cittadini chiamati alle urne per le elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto il 23 e 24 novembre. Si tratta, com’è noto, della riforma costituzionale concernente la separazione delle carriere dei magistrati. Avendo questa riforma mancato l’approvazione con la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di entrambe le Camere in seconda lettura, il procedimento prevede che essa venga sottoposta a un referendum costituzionale confermativo. L’appuntamento con le urne per questo cruciale esercizio di democrazia diretta è presumibilmente atteso per la primavera del 2026.

La salienza del dibattito e la supermedia referendaria

La straordinaria rilevanza di questo imminente appuntamento referendario ha innescato un’intensa attività di rilevazione da parte degli istituti demoscopici. In corrispondenza dell’approvazione definitiva da parte del Parlamento, si è assistito a un vero e proprio “scatenamento” degli istituti di sondaggio, tutti intenti a misurare l’orientamento degli italiani su una materia di così elevato profilo costituzionale e politico. Per questa ragione, abbiamo ritenuto che fosse necessario e opportuno inaugurare un nuovo e specifico strumento di misurazione di queste intenzioni di voto: una Supermedia ad hoc dedicata al referendum costituzionale. Questo strumento si configura come un indice sintetico che mira a fornire un quadro chiaro e ponderato delle intenzioni di voto espresse dai cittadini italiani.

I dati di partenza: il vantaggio del sì

Prima di addentrarci nell’analisi del funzionamento specifico di questo nuovo indice sintetico che abbiamo introdotto, è fondamentale esaminare quello che è il dato di partenza e l’attuale scenario di consenso. Secondo la nostra media ponderata delle più recenti rilevazioni disponibili, l’orientamento di voto vede una situazione di vantaggio per il Sì alla riforma. Il otterrebbe, in questa fase, il 56,1% delle preferenze, contro il 43,9% che si esprimerebbe per il No. Si tratta, in termini assoluti, di un distacco che supera di poco i dodici punti percentuali, attestandosi su un valore di circa dodici virgola due punti. Questo margine, pur essendo nettamente a favore dei sostenitori della riforma, non può certo essere definito abissale, suggerendo che la partita referendaria è aperta e che il dibattito si farà presumibilmente più acceso con l’avvicinarsi della data del voto.

L’affluenza stimata e la validità del voto

Per quanto riguarda il fattore della partecipazione, l’affluenza alle urne per il referendum costituzionale è stata stimata in un valore pari al $58\%$ degli aventi diritto al voto. Questo è un dato di per sé significativo che testimonia l’interesse verso la questione. Tuttavia, è di cruciale importanza non considerare questo fattore come decisivo ai fini della validità dell’esito referendario. È infatti fondamentale ricordare che, in base al dettato costituzionale, per i referendum confermativi non è previsto alcun quorum di validità. Questo significa che la riforma sarà approvata o respinta indipendentemente dal numero di votanti, basandosi esclusivamente sulla maggioranza semplice dei voti validi espressi.

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