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Zelensky, da eroe a presidente contestato: scandali, amici corrotti e crollo nei sondaggi

Pubblicato: 15/11/2025 08:04

La potenziale caduta politica di Volodymyr Zelensky è un tema che sta guadagnando terreno nell’analisi della situazione ucraina. Un tempo acclamato come eroe della resistenza contro l’invasione russa, la sua immagine sembra essersi deteriorata, trasformandosi per alcuni in quella di un amministratore inefficiente con discutibili legami personali. Questo declino solleva interrogativi significativi sul futuro della leadership ucraina, specialmente in un contesto di guerra prolungata e di crescenti pressioni interne ed esterne.

Il nodo delle amicizie e la corruzione

Una delle critiche più feroci e potenzialmente dannose rivolte a Zelensky riguarda le sue amicizie e le presunte coperture di atti di corruzione. La figura centrale in questa controversia è Timur Mindich, un uomo d’affari di 46 anni che fu anche socio di Zelensky nella compagnia di produzione che lo ha lanciato come attore. Mindich è ora coinvolto in indagini per corruzione nel settore energetico. Le accuse sono gravi e suggeriscono che questi legami personali possano aver ostacolato il contrasto alla malversazione. La direttrice del giornale online Ukrainska Pravda, la 38enne Sevgil Musayeva, ha pubblicamente espresso il suo scetticismo sulla possibilità che Mindich potesse agire con tanta impunità senza una approvazione da parte di figure di altissimo livello. La sua domanda cruciale è: «La grande questione è capire che cosa sapesse di tutte queste mazzette e del malaffare. Io non credo che Mindich potesse agire così liberamente, se non con la luce verde di qualcuno molto importante». Questo suggerisce che l’ombra del sospetto non si ferma a Mindich, ma si estende fino alla cerchia più ristretta del presidente.

La inesperienza politica come fattore critico

L’origine dei problemi di Zelensky viene spesso ricondotta alla sua mancanza di esperienza politica pregressa. Eletto nel 2019 prima di compiere 40 anni, il presidente non aveva alle spalle una struttura partitica tradizionale forte, avendo speso gli anni precedenti come attore. Questa inesperienza ha avuto una conseguenza diretta nella formazione del suo staff di governo. Come spiegato da commentatori e giornalisti a Kiev al Corriere della Sera, nel distribuire le cariche più importanti, Zelensky avrebbe privilegiato la fedeltà e il legame personale rispetto alla professionalità e alla competenza tecnica. Questa strategia, dettata forse da un desiderio di circondarsi di persone fidate, si è rivelata un tallone d’Achille, aprendo la porta a figure come Mindich che ora rischiano di compromettere la sua leadership. Il politologo Taras Semenyuk è netto nell’affermare che «Zelensky non ha avuto la forza di disfarsi di personaggi come Mindich, che ora lo stanno portando a fondo».

Il drammatico calo dei consensi

Il deterioramento della situazione politica interna si riflette in modo drammatico anche nei sondaggi di gradimento. Dopo momenti di grande tensione e di alta visibilità internazionale, come lo scontro con Trump e Vance alla Casa Bianca, il consenso nei confronti di Zelensky aveva toccato un picco del 90%. Un sostegno quasi unanime che lo aveva elevato a simbolo globale della resistenza ucraina. Tuttavia, tra maggio e agosto di un anno non specificato, ma presumibilmente recente, questo indice è crollato drasticamente, attestandosi al 58%. Questa perdita di più di trenta punti percentuali in pochi mesi è un segnale inequivocabile del crescente malcontento popolare e della sfiducia nelle sue capacità di amministrare il paese in modo trasparente ed efficace.

Valery Zaluzhny: l’alternativa emergente

In questo scenario di fragilità politica, emerge un potenziale sfidante che gode di un crescente supporto popolare: l’ex capo di stato maggiore Valery Zaluzhny. Licenziato da Zelensky nel febbraio 2024, e successivamente nominato ambasciatore a Londra, Zaluzhny è visto da molti come una figura autorevole e alternativa al presidente in carica. La sua ascesa nei favori dell’opinione pubblica suggerisce che, in caso di elezioni, la rielezione di Zelensky non sarebbe affatto scontata. La conduttrice televisiva Katya Nesterenko, parlando al canale 1+1, ha espresso un parere lapidario: «Se si votasse oggi non verrebbe mai rieletto». Secondo lei, l’unica strategia che Zelensky avrebbe per tentare di recuperare un po’ di simpatia sarebbe quella di favorire attivamente le inchieste, sostituire immediatamente i corrotti e, cosa ancora più significativa, promettere di non ricandidarsi mai più alle elezioni. Questo scenario evidenzia una crisi di fiducia così profonda da richiedere un cambiamento radicale nella leadership, mettendo in discussione la continuità politica di Zelensky anche in tempo di guerra.

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