
Un acceso botta e risposta ha visto protagonisti la Procura di Brescia e l’avvocato dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, nel contesto dell’indagine per corruzione in atti giudiziari legata all’archiviazione di Andrea Sempio nel 2017, collegata al delitto di Garlasco. La vicenda ha catturato l’attenzione dei media per la sua complessità e per le implicazioni giudiziarie legate a uno dei casi più noti degli ultimi anni. L’intera comunità giudiziaria segue con attenzione le fasi del procedimento, evidenziando le difficoltà nel bilanciare informazione e correttezza processuale.
I procuratori Guido Rispoli e Francesco Prete hanno sottolineato come “i recenti attacchi sopra le righe rivolti da un difensore nell’ambito di un’indagine di forte rilevanza mediatica rischiano di far deragliare il processo penale su terreni impropri”. Hanno inoltre ricordato che per i pm esiste il divieto, disciplinarmente sanzionato, di qualunque esternazione sulle indagini da loro condotte”, richiamando all’importanza di mantenere il riserbo per garantire la regolarità del procedimento.
La replica della difesa di Venditti

Domenico Aiello, legale di Venditti, ha reagito definendo le affermazioni della Procura come “aggressioni senza precedenti” e ha denunciato come la reputazione del suo assistito fosse già stata compromessa dai media prima ancora delle perquisizioni del 26 settembre. “Ancora dovevo entrare in casa del dott. Venditti – ha dichiarato Aiello – e a reti unificate la sua immagine era già distrutta. Altro che riserbo”, ha aggiunto, sottolineando la necessità di scuse pubbliche.
Il confronto mette in luce la crescente tensione tra le esigenze investigative della Procura e la tutela della reputazione personale dell’indagato, in un procedimento che continua a essere al centro dell’attenzione mediatica per la sua rilevanza storica e giudiziaria.


