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“Amava la vita”. Addio all’attore italiano, perdita tragica: “Ci mancherai”

Pubblicato: 15/11/2025 20:07

Il mondo del teatro in vernacolo perde una delle sue voci più amate. La comunità artistica reggina e il paese di Straorino si sono stretti nel dolore per la scomparsa di Francesco Camera, conosciuto da tutti come Ciccio Ruggia, figura luminosa che per anni ha accompagnato il pubblico con il suo talento e la sua umanità. L’emozione per l’ultimo saluto ha attraversato attori, amici e cittadini, uniti nel ricordo di un uomo capace di trasformare la parola in un dono.

Nel corso della sua lunga esperienza artistica, Ruggia è diventato un punto di riferimento per il teatro locale, soprattutto negli ultimi dodici anni trascorsi con la compagnia Extra Oram, che nel tempo era diventata per lui una seconda famiglia. Le sue interpretazioni e la sua sensibilità avevano conquistato un pubblico sempre più affezionato, che lo ha seguito con costanza e riconoscenza.

Il commiato nella chiesa di Sant’Elia di Condera

A Reggio Calabria, la chiesa di Sant’Elia di Condera non è riuscita a contenere le tante persone accorse ai funerali, un segno evidente dell’impronta lasciata dall’attore nella vita culturale e sociale del territorio. Il parroco, don Paolo Ielo, ha ricordato come Ruggia sapesse dare valore a ogni gesto, a ogni sorriso, a ogni parola, trasformandoli in strumenti di vicinanza e conforto. La sua generosità e la capacità di ascolto gli avevano permesso di costruire legami profondi e autentici.

Nel messaggio di addio firmato da Valentina Pagano a nome della compagnia Extra Oram, è stato sottolineato quanto la parola fosse la vera essenza di Ruggia. La curava, la pesava, la modulava, affinché nessuna sfumatura andasse perduta. Per lui anche il silenzio aveva un ruolo, perché capace di raccontare ciò che le frasi non riuscivano a esprimere. E proprio quel silenzio, oggi, appare assordante a chi ne ha condiviso il cammino artistico e umano.

Un’eredità che continuerà a parlare

Gli attori che hanno calcato con lui il palcoscenico hanno ricordato il privilegio di essere illuminati dalla sua presenza scenica, una luce che rendeva il teatro un luogo vivo, accogliente e condiviso. Con la sua voce, Ruggia sapeva narrare, consolare, far sorridere e riflettere, lasciando in chi ascoltava semi preziosi destinati a germogliare con il tempo.

La sua scomparsa, avvenuta nella Giornata mondiale della gentilezza, ha assunto per la compagnia un valore simbolico: quella stessa gentilezza era il tratto distintivo con cui si presentava al mondo. Cultura, umiltà, umanità e un talento raro ne hanno fatto una figura unica, che chi lo ha conosciuto farà fatica a dimenticare.

Nella memoria di chi lo ha amato e ammirato, resterà per sempre la sua regia, quella che, come in una scena scelta con cura, ha deciso di concludere da solo, lasciando però agli altri il compito di custodire e continuare la sua eredità artistica.

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