
ROMA. Il rientro di Andrea Delogu a Ballando con le stelle è una di quelle pagine che la televisione non prepara e non prevede, ma che a volte accadono senza bisogno di un copione. Entra in studio senza dire una parola, con il passo trattenuto di chi ha attraversato un dolore troppo grande per lasciarlo fuori dalla porta. Il pubblico si alza subito in piedi, come se il silenzio potesse essere un abbraccio collettivo, e attorno a lei si stringono colleghi e compagni d’avventura, da Nancy Brilli a Fabio Fognini, da Paolo Belli a Martina Colombari, fino a Francesca Fialdini e Filippo Magnini. Un’accoglienza sospesa, intensa, quasi un respiro condiviso.
La serata scorre con quell’energia nervosa delle puntate che devi seguire ma non riesci davvero a controllare. Solo a mezzanotte, quando arriva il momento dell’esibizione, la conduttrice sceglie di prendere la parola. Una frase breve, la voce che trema ma non cede: «È venuto a mancare mio fratello, la vita è cambiata per sempre». Racconta la telefonata del padre, le parole giuste usate in un momento impossibile. Lo dice piano, come si raccontano le verità che bruciano. «Lui era un pezzo di me, lo era prima e lo è adesso» aggiunge con un filo di voce che non cerca effetti, solo verità. Poi chiude: «Questa è l’ultima volta che parlo di mio fratello davanti a una telecamera. A un certo punto il lutto deve diventare privato». È un limite che non chiede spiegazioni, solo rispetto.
Ritorno in pista
Nel ruolo più difficile di tutti — esserci senza dimenticare — Delogu continua. Torna in scena con un abito di pizzo nero, lo sguardo tirato, la coda alta. Nella clip che precede l’esibizione non dice niente, si limita ad abbracciare Nikita Perotti in sala prove. Un gesto che vale più di qualsiasi discorso. Poi il tango: Spaccacuore di Samuele Bersani che si intreccia a Viva la vida dei Coldplay. Un ballo asciutto, preciso, potente nella sua fragilità. La standing ovation è immediata. Carolyn Smith lo dice senza giri di parole: ha ballato meglio di prima, come se la pausa non ci fosse stata.
Il dolore e la vita che continua
In un clima appesantito dal lutto, ma anche sostenuto da un affetto raro, Andrea parla della difficoltà di stare al mondo quando qualcosa si spezza. Racconta il confine tra il dolore che abita la casa e il respiro che ritrova quando riesce a uscire. «Quando entro nel mondo, mi fa bene» confessa. Ma la sua frase più importante resta una: «La mia vita è finita con quella telefonata». Nessuna retorica, nessuna posa. Solo il modo più diretto per dire che certe fratture non si ricompongono.
Poi torna il movimento, la pista, la musica. Perché lo show alla fine must go on davvero. E perché esibirsi può diventare, almeno per un istante, una forma di tenuta.


