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“Una colata di sangue in quel punto”. Garlasco, svolta clamorosa

Pubblicato: 16/11/2025 08:26

La nuova perizia dei RIS di Cagliari sul delitto di Garlasco, depositata a metà settembre presso la Procura di Pavia, ha riaperto un caso che sembrava chiuso. Le prime indiscrezioni tecniche indicano che alcuni elementi potrebbero ribaltare certezze considerate ormai definitive.

La Bloodstain Pattern Analysis (BPA) conferma la presenza di un solo aggressore, ma ridisegna la dinamica del delitto, modificando la sequenza dei colpi e i movimenti all’interno dell’abitazione. Una lettura che non coincide del tutto con le analisi che portarono alla condanna definitiva di Alberto Stasi nel 2015.

Il punto più delicato riguarda la colata di sangue alla base della scala, un dettaglio a lungo ritenuto marginale. Un’immagine scattata settimane dopo l’omicidio dai consulenti della difesa, inizialmente interpretata come semplice gocciolamento, è stata nuovamente esaminata dai militari del RIS.

Secondo la nuova perizia, quella traccia potrebbe essere una impronta di mano, elemento che collocherebbe l’aggressore proprio nel punto in cui Chiara Poggi avrebbe subito alcuni dei colpi più violenti. Una valutazione destinata a rimettere in discussione la ricostruzione ufficiale del delitto.

Torna così d’attualità anche l’ipotesi della “terza aggressione”, legata agli schizzi di sangue presenti tra il terzo e il quinto gradino della scala. Un dettaglio che le precedenti perizie avevano ridimensionato ma che ora potrebbe assumere un nuovo peso interpretativo.

Le conclusioni aggiornate della BPA non escludono che l’assassino possa essere sceso nuovamente dalla scala dopo un ulteriore colpo, aprendo la strada a un nuovo scenario. In questo quadro si inserisce la discussa “impronta 33”, attribuita ad Andrea Sempio, oggi indagato nell’inchiesta riaperta.

Le due piste — quella che porta a Stasi e quella che conduce a Sempio — restano dunque entrambe aperte, alimentando un clima di incertezza investigativa che non si vedeva da anni nel caso Garlasco. Ogni nuovo elemento potrebbe orientare la Procura verso una direzione decisiva.

Sul fronte istituzionale, il clima si fa rovente. La Procura di Brescia ha contestato all’avvocato Domenico Aiello, legale dell’ex procuratore Mario Venditti, alcune dichiarazioni ritenute «sopra le righe». Parole che hanno acceso ulteriormente gli animi.

Aiello ha ribattuto denunciando «falsità» e l’assenza di scuse da parte delle istituzioni coinvolte, in un contesto in cui ogni dettaglio tecnico e ogni affermazione pubblica sembrano avere il peso di una prova. Un segnale di quanto il caso continui ancora oggi a dividere procura, difese e opinione pubblica.

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