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Giovanni ucciso dalla madre, cosa gli faceva: “Mamma mi strozza, mi infila un dito nel sedere”

Pubblicato: 17/11/2025 08:39

Nel 2023 Paolo Trame aveva deciso di riferire alle autorità le presunte violenze che, secondo i racconti del figlio Giovanni Trame, avvenivano durante gli incontri con la madre Olena Stasiuk, oggi accusata dell’omicidio del bambino. Il piccolo, allora di sette anni, aveva descritto episodi che avevano profondamente allarmato il padre, spingendolo a chiedere un intervento immediato. Nonostante la gravità delle parole del minore, il procedimento si era concluso con un’archiviazione, consentendo alla donna di continuare a trascorrere del tempo con il figlio. Ora quel passaggio, insieme ad altri elementi che hanno preceduto il brutale delitto avvenuto a Muggia, è all’esame del ministero della Giustizia, che valuta se vi siano state responsabilità o omissioni nella gestione del caso.
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La comunità si stringe nel lutto

Sabato sera la comunità si è ritrovata in Duomo per una veglia che ha raccolto oltre mille persone. La morte del piccolo Giovanni, ucciso dalla madre a colpi di coltello, ha scosso nel profondo l’intero territorio. Durante la celebrazione, il parroco di Muggia, don Andrea Destradi, ha richiamato l’importanza di tornare a costruire legami sociali capaci di superare la distanza emotiva che spesso accompagna la vita quotidiana. Ha invitato i presenti a riconoscere la necessità di una vicinanza autentica, spiegando che la comunità deve farsi carico del dolore e trasformarlo in forza collettiva.

Nel suo intervento, don Andrea ha affrontato anche l’interrogativo più ricorrente tra i fedeli: la presenza di Dio di fronte a una tragedia di tale portata. Ha sottolineato che, di fronte al dolore, la fede si manifesta come una presenza silenziosa ma costante, capace di offrire un appiglio nei momenti più bui. Alla veglia erano presenti familiari, amici, compagni di scuola, membri delle attività sportive e del catechismo frequentato da Giovanni, oltre al padre Paolo, profondamente segnato ma circondato dall’affetto dei presenti. In Duomo sono intervenuti anche il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, il sindaco Paolo Polidori e alcuni esponenti della giunta comunale.

Al termine della celebrazione, molti hanno scelto di sostare in silenzio nella piazza antistante e di recarsi poi davanti all’abitazione al civico 3, luogo dell’omicidio. Lì sono stati lasciati nuovi messaggi, fiori e decine di candele accese, simboli di un dolore che la comunità fatica a elaborare.

Le decisioni del gip e i prossimi passi dell’inchiesta

Sul fronte giudiziario, il gip Francesco Antoni ha convalidato il fermo di Olena Stasiuk e disposto la custodia cautelare in carcere, misura che diventerà effettiva al termine del ricovero presso l’ospedale Maggiore. L’accusa contestata è quella di omicidio volontario aggravato. Il giudice ha inoltre richiesto una perizia medico-psichiatrica per accertare se le condizioni della donna permettano la detenzione. Parallelamente, il pm titolare dell’indagine, Alessandro Perogio, si prepara a disporre l’autopsia sul corpo del bambino, passaggio necessario prima del rilascio del nulla osta per i funerali.

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Ultimo Aggiornamento: 17/11/2025 11:33

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