Vai al contenuto

Paura, tre morti per il virus emorragico Marburg: le misure d’emergenza

Pubblicato: 18/11/2025 06:44

La conferma dei tre decessi legati al virus Marburg arriva mentre le autorità sanitarie etiopi cercano di mantenere la calma in una regione fragile, al confine con il Sud Sudan, dove ogni sospetto può trasformarsi in un campanello d’allarme collettivo. L’epidemia è stata dichiarata ufficialmente venerdì, ma la situazione appare più complessa del numero dei casi: in zone remote come quella di Omo basta un segnale, un malessere improvviso o un ritardo nei risultati dei test per far salire la tensione nelle comunità locali, che vivono tra mobilità interna, scarsi presidi e difficoltà logistiche. Gli operatori umanitari parlano di un equilibrio costante tra informazione, prevenzione e paura: un equilibrio sottile, fatto di fiducia e di reazioni che non sempre è facile contenere.

Gli ultimi controlli diffusi dal ministero della Salute confermano che i 17 campioni analizzati per sospetto contagio sono risultati negativi, un dato che rassicura ma non chiude il cerchio. Le autorità spiegano infatti che non ci sono casi attivi di Marburg, ma la priorità resta evitare che il virus possa insinuarsi nuovamente in un territorio in cui gli spostamenti sono continui e la struttura sanitaria fatica a intercettare tempestivamente ogni sospetto. La fase dichiarata è quella della sorveglianza attiva, una fase in cui non si contano i malati, ma gli scenari possibili.

Controllo sul territorio

Il governo ha attivato misure preventive immediate, puntando su tracciamento, informazione e monitoraggio dei contatti nelle aree più esposte. La regione di Omo, dove sono stati rilevati i casi sospetti, è ora sorvegliata da team sanitari locali che lavorano per intercettare eventuali sintomi e per rafforzare le procedure negli ospedali e nei centri di salute. L’obiettivo è creare una barriera territoriale che renda più difficile al virus riemergere, soprattutto in contesti dove la mobilità quotidiana può rendere il controllo più complesso.

Il supporto internazionale

Un’équipe dell’Organizzazione mondiale della sanità e dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie ha raggiunto l’area per intensificare verifiche, analisi di laboratorio e valutazioni epidemiologiche. La loro presenza serve a consolidare le misure di contenimento e a rafforzare la rete di assistenza, garantendo al Paese un sostegno tecnico che diventa cruciale quando si parla di un patogeno altamente letale come il Marburg. In questo scenario, la tempestività è tutto: la differenza tra una crisi locale e un rischio regionale si gioca nella capacità di individuare ogni possibile segnale nelle ore giuste.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure