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“Non vedo nulla…”. Cicalone, il racconto shock del pestaggio subito

Pubblicato: 18/11/2025 08:48

Il racconto di Simone Cicalone a Quarta Repubblica porta alla luce un episodio di violenza che ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Il videomaker romano ha ricostruito il momento in cui è stato aggredito da quelli che definisce i boss delle borseggiatrici rom, descrivendo un pestaggio improvviso e particolarmente violento. Secondo il suo racconto, dopo l’aggressione è stato portato via in barella, in condizioni tali da temere una frattura alla mascella e un danno grave all’occhio, da cui per i primi minuti non riusciva a vedere.
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Le condizioni dopo l’aggressione

Cicalone spiega che solo gli esami successivi hanno permesso di escludere lesioni più serie. La Tac ha infatti chiarito l’assenza di fratture importanti, pur confermando la pesantezza dei colpi subiti. Il narratore sottolinea che in quei momenti ha temuto conseguenze ben più devastanti, segno della brutalità dell’attacco.

Il gruppo coinvolto e le ricerche in corso

Nel suo intervento, Cicalone indica gli aggressori come bande provenienti dalla Romania, specializzate in rapine e borseggi nella Capitale. Afferma che la polizia è già sulle loro tracce e che gli individui coinvolti si muoverebbero abitualmente tra varie zone della città. Secondo le segnalazioni riportate, due di loro sarebbero stati avvistati in metropolitana proprio nella giornata successiva all’aggressione.

Sicurezza e limiti operative

Una parte importante del racconto tocca il tema della sicurezza urbana, con particolare riferimento ai vigilantes che operano nelle aree più esposte della città. Cicalone evidenzia come questi ultimi siano spesso dotati di arma, pur non potendola utilizzare, una limitazione che – a suo dire – rende più difficile fronteggiare gruppi che “non hanno paura di nessuno”. Un contesto che, secondo lui, favorirebbe condotte sempre più aggressive da parte di chi è abituato a delinquere.

Un rischio per chiunque

Nella parte finale del suo intervento, Cicalone insiste su un punto essenziale: l’aggressione subita poteva colpire chiunque. Sottolinea che una vittima che reagisce rischia spesso di essere trattata “ancora peggio”, lasciando intendere quanto sia delicata e potenzialmente pericolosa ogni interazione con gruppi di questo tipo. Un monito che punta a far riflettere non solo sul singolo episodio, ma anche sulla fragilità del contesto urbano in cui questi episodi continuano a verificarsi.

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