
Un nuovo caso legato all’eutanasia e alla morte delle gemelle Kessler ha scatenato un acceso dibattito politico e mediatico in Italia. A intervenire è stato l’ex senatore della Lega, Simone Pillon, con un post sui social network che ha immediatamente sollevato polemiche per i toni forti e le affermazioni controverse.
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Nel post, Pillon ha commentato la vicenda delle Kessler, decedute con il supporto di un medico e di un avvocato, sottolineando come, a suo avviso, la società moderna abbia perso il rispetto per la vita. «Quando il mondo era civile, le persone rispettavano la vita. E non serve essere cristiani per capirlo», ha scritto, facendo riferimento al giuramento di Ippocrate, che già tre secoli prima di Cristo imponeva ai medici di non aiutare nessuno a morire.
Il dibattito sull’eutanasia in Italia
Il post di Pillon riapre un dibattito delicato in Italia: quello sul diritto all’eutanasia e sulla possibilità di morire con assistenza medica. Il senatore ha attaccato duramente la legalizzazione di pratiche considerate da lui contrarie alla civiltà e alla morale comune: «Poi qualcuno ha deciso di cancellare la civiltà, ed ecco i risultati. Ammazzare la gente diventa “diritto civile”», ha affermato, suscitando immediatamente reazioni contrastanti tra utenti dei social, politici e associazioni a favore dei diritti civili.
L’intervento di Pillon si inserisce in un contesto legislativo italiano complesso, dove le normative sull’eutanasia e sul fine vita sono ancora oggetto di confronto tra forze politiche e istituzioni. La vicenda delle gemelle Kessler ha avuto ampia risonanza mediatica, generando opinioni divergenti tra chi sostiene la libertà individuale di decidere sulla propria vita e chi ritiene la morte assistita un pericolo etico e sociale.

Le reazioni della società civile
Il post del senatore della Lega ha diviso l’opinione pubblica: molti utenti hanno criticato i toni duri e la definizione di “ammazzare la gente” applicata a persone che hanno scelto di porre fine alla propria vita in modo legale e assistito, mentre altri hanno sostenuto il richiamo alla tradizione e al rispetto della vita come valore universale.
Anche sul piano politico, la presa di posizione di Pillon rafforza la linea del partito sulla difesa dei valori tradizionali e cristiani, pur dichiarando che il rispetto della vita non è necessariamente legato alla religione: «E non serve essere cristiani per capirlo», ha ribadito. La scelta di citare Ippocrate rafforza la componente culturale e storica del suo argomento, cercando di radicare la propria posizione in un riferimento antico e condiviso.
Le Kessler si sono ammazzate, con l'aiuto di un medico e di un avvocato.
— Simone Pillon (@SimoPillon) November 18, 2025
Quando il mondo era civile, le persone rispettavano la vita.
E non serve essere cristiani per capirlo.
Ippocrate, già tre secoli prima di Cristo, faceva giurare ai suoi studenti di medicina di non aiutare… pic.twitter.com/a9afc24rdv
Un tema sempre attuale
La vicenda delle gemelle Kessler e le dichiarazioni di Simone Pillon riportano al centro del dibattito pubblico italiano il tema dell’eutanasia, del diritto al fine vita e dei limiti etici della medicina. La società italiana continua a confrontarsi con questioni complesse che intrecciano morale, diritto e sentimenti personali, rendendo ogni episodio di questo tipo un momento di riflessione nazionale.
L’intervento di Pillon evidenzia come, nel contesto politico e mediatico, la questione dell’eutanasia non sia solo un tema medico-legale, ma anche un terreno di scontro culturale e ideologico, con implicazioni profonde sul ruolo dello Stato e della società nel garantire o limitare determinate libertà individuali.


