
L’ultima rilevazione demoscopica condotta dall’Istituto Noto per la trasmissione televisiva ‘Porta a Porta’, che fotografa le intenzioni di voto degli italiani in caso di elezioni che si tenessero proprio oggi, 18 novembre, svela una situazione di sostanziale stabilità per la prima forza politica del Paese, Fratelli d’Italia, a fronte di un calo significativo per il Partito Democratico. Questo sondaggio, dunque, non solo conferma la tendenza dominante, ma introduce un elemento di novità nel duello a distanza tra i due maggiori partiti, ricalibrando gli equilibri interni e le dinamiche di coalizione in vista dei futuri appuntamenti elettorali.
La fotografia scattata dall’Istituto Noto offre una panoramica dettagliata delle preferenze politiche, con una disamina puntuale delle percentuali attribuite a ciascuna formazione e delle variazioni intervenute rispetto alla precedente rilevazione del 5 novembre, permettendo così di cogliere l’evoluzione in atto nel panorama politico nazionale.
Le performance dei partiti maggiori
Il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia (FdI), si conferma in modo robusto come il primo partito in Italia, mantenendo invariato il suo consenso. Il risultato è impressionante: l’istituto Noto assegna a FdI una percentuale di voto pari al 30,5%, esattamente la stessa registrata due settimane prima. Questa stabilità è un segnale di solidità per la formazione che guida l’attuale esecutivo, dimostrando la capacità di mantenere compatta la propria base elettorale e di resistere alle fisiologiche oscillazioni che spesso caratterizzano la politica italiana.
La leadership di Meloni continua a essere un fattore decisivo in questo mantenimento del consenso. Al contrario, il Partito Democratico (Pd), guidato da Elly Schlein, registra un passo indietro, cedendo l’1% delle intenzioni di voto. La forza politica principale dell’opposizione scende così al 22%. Questo arretramento nel consenso è un elemento di preoccupazione per il Pd, che vede allontanarsi leggermente la possibilità di insidiare la prima posizione di FdI e che dovrà probabilmente analizzare i motivi di questa flessione, specialmente in relazione alle strategie e alla linea politica adottate recentemente.
Il centro e la sinistra
Analizzando le altre formazioni, si nota che il Movimento 5 Stelle (M5S) mantiene la sua posizione, attestandosi a un solido 11,5%. Questa percentuale indica una consistente base di elettori per la forza politica guidata da Giuseppe Conte, che continua a rappresentare un polo significativo nell’opposizione. Per quanto riguarda l’area di sinistra radicale ed ecologista, Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) non mostra variazioni, confermandosi al 6% delle intenzioni di voto. Questo dato suggerisce una stabilizzazione del proprio elettorato e una chiara identificazione ideologica che si traduce in un consenso costante.
Nel centro, invece, si registrano lievi movimenti al rialzo. Azione, il partito di Carlo Calenda, ottiene un guadagno pari a mezzo punto percentuale (+0,5%), portandosi al 4,5%. Un analogo incremento, sempre di mezzo punto, si osserva per la lista Italia Viva-Casa Riformista, guidata da Matteo Renzi, che raggiunge il 3%. Questi dati indicano una lieve ripresa o un miglioramento della percezione per le formazioni centriste, che cercano di ritagliarsi uno spazio significativo tra i due poli principali. Anche formazioni minori come + Europa e l’Unione di Centro (Udc) rimangono stabili, entrambe all’1%, così come Noi Moderati, che si attesta all’1,5%.
La coalizione di centrodestra
Nel complesso, l’analisi delle singole componenti permette di valutare la performance delle coalizioni. La coalizione di centrodestra, che comprende Fratelli d’Italia, Forza Italia, la Lega e l’Udc, subisce un lieve calo complessivo, perdendo mezzo punto percentuale (-0,5%), e si attesta al 50% esatto delle intenzioni di voto. Questo arretramento minimo non compromette la sua posizione di maggioranza assoluta, ma è il risultato della compensazione tra la stabilità di FdI e il calo degli alleati minori. All’interno della coalizione, la Lega di Matteo Salvini perde lo 0,5% e scende al 7,5%. Questo è un segnale che il partito continua a lottare per ritrovare i consensi persi negli anni recenti. Al contrario, Forza Italia, pur rimanendo stabile, si conferma al 9,5%, mostrando una resilienza in un momento di transizione. La supremazia di Fratelli d’Italia all’interno del blocco è, in ogni caso, sempre più netta e incontrastata.
Il campo largo dell’opposizione
Anche il campo largo dell’opposizione, che idealmente aggrega Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e le forze di Alleanza Verdi e Sinistra, registra una flessione complessiva di mezzo punto percentuale (-0,5%), scendendo al 43,5% delle intenzioni di voto. Questa diminuzione è in gran parte imputabile al calo del Partito Democratico, il cui arretramento non viene completamente compensato dalla stabilità del Movimento 5 Stelle. Il risultato sottolinea le difficoltà dell’area di opposizione nel trovare una convergenza o una linea politica comune capace di attrarre l’elettorato in modo più incisivo e coordinato. La somma dei voti di queste formazioni resta significativa, ma la loro frammentazione politica e strategica continua a rappresentare un ostacolo alla creazione di un’alternativa realmente competitiva e unita.


