
Correva all’alba sotto la pioggia, a una velocità che avrebbe superato i 150 chilometri orari, tre volte il limite consentito. Poi l’impatto devastante con un’Opel Corsa, il volo del potente Mercedes Classe G che si ribalta e si spezza in due. È questa la scena che gli investigatori stanno ricostruendo dopo il tragico incidente costato la vita al 19enne Pietro Silva Orrego.
Entrambi i conducenti, il 23enne alla guida della Mercedes e il giovane dell’altro veicolo, sono ora indagati per omicidio stradale. I primi test eseguiti subito dopo lo scontro li hanno trovati positivi alla droga, e il 23enne anche all’alcol. Non è però ancora chiaro quando sia stata assunta la sostanza stupefacente né di quale tipo si tratti: lo stabiliranno gli esami tossicologici.
Resta inoltre da accertare la dinamica esatta dello schianto: chi dei due automobilisti ha tagliato la strada all’altro, se uno dei veicoli abbia bruciato un semaforo rosso o effettuato una manovra azzardata. Elementi cruciali che determineranno le responsabilità penali.
Nell’incidente ha perso la vita Pietro Silva Orrego, che viaggiava sul suv insieme a una donna di 30 anni, ora ricoverata in condizioni gravissime al Policlinico. La pm Giancarla Serafini ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima e ha ricevuto l’informativa del Nucleo Radiomobile della polizia locale, impegnato nelle verifiche preliminari.
Secondo i primi accertamenti, il suv — un modello da oltre 700 cavalli, preso a noleggio dal 23enne — percorreva viale Fulvio Testi a velocità molto elevata quando si è scontrato con l’Opel. Gli inquirenti hanno sequestrato le immagini delle telecamere della zona per ricostruire con precisione chi non abbia rispettato la precedenza.
Se i video e gli elementi tecnici daranno risposte esaustive, potrebbe non essere necessaria una consulenza cinematica. In caso contrario, saranno i periti della Procura e delle difese a ricostruire la dinamica millisecondo per millisecondo per stabilire l’esatta responsabilità dei conducenti.
Le indagini dovranno chiarire anche se il 23enne avesse l’abilitazione per guidare un veicolo così potente. La Mercedes Classe G, con oltre 700 cavalli, non può infatti essere condotta da neopatentati, e non è la prima volta che questo specifico suv compare in incidenti spettacolari: in passato era già stato coinvolto in una carambola a Rho, finendo contro sei auto in sosta.
Secondo alcune testimonianze, i giovani a bordo della Mercedes avevano trascorso la serata in discoteca, separandosi da amici che avevano scelto altri locali della movida milanese. Il gruppo si sarebbe dovuto ritrovare alle sei del mattino proprio in viale Fulvio Testi per fare un giro sul bolide.
Quando uno di loro, un 20enne, è arrivato sul luogo dell’appuntamento, ha trovato solo la scena dello schianto. Ieri, nello stesso punto, gli amici della vittima hanno lasciato fiori, messaggi e fotografie. Un biglietto, in particolare, racchiude il dolore di una comunità intera: «Sorridi per sempre, Pietro».


