
Gli ultimi sondaggi sul referendum sulla riforma della giustizia mostrano dati che fanno sorridere il governo. L’ultimo rilevamento, realizzato dall’Istituto Noto per Porta a Porta, conferma un orientamento positivo verso la conferma della legge sulla separazione delle carriere dei magistrati.
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Secondo quanto diffuso durante la trasmissione Rai 1, il 56 per cento degli italiani ha dichiarato che parteciperà al voto referendario, mentre il 29 per cento ha affermato che non andrà alle urne. Gli indecisi rappresentano il 15 per cento del campione intervistato, un dato che potrebbe ancora influenzare il risultato finale.
I numeri del sì e del no
Entrando nel dettaglio, il 56 per cento degli italiani intervistati voterebbe sì, confermando così la legge così come approvata dal Parlamento, mentre il 44 per cento si schiererebbe per l’abrogazione. Tra gli indecisi, circa il 18 per cento non ha ancora maturato una posizione netta.
Il sondaggio evidenzia anche le differenze tra gli elettorati dei principali partiti. A favore del sì si posizionano l’87 per cento degli elettori di Fratelli d’Italia, l’84 per cento di quelli di Forza Italia e il 71 per cento degli elettori della Lega. Sul fronte opposto, tra chi sostiene l’abrogazione, il 44 per cento degli italiani si dichiara contrario alla riforma, con punte dell’83 per cento tra gli elettori del Pd e del 68 per cento tra quelli del M5S.

Conferme dai principali analisti
Numeri simili sono stati confermati da Alessandra Ghisleri, sondaggista di fama nazionale. In una recente analisi, Ghisleri indicava un netto vantaggio del fronte del Sì, che si attesterebbe al 38,9 per cento, contro il 28,9 per cento del fronte del No, segnando una differenza di dieci punti percentuali. Secondo la esperta, questi dati delineano un quadro favorevole all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, confermando la percezione di un’ampia maggioranza pronta a sostenere la legge sulla separazione delle carriere.
La strategia del governo e la battaglia politica
Il governo, dal canto suo, si trova in una posizione relativamente tranquilla: il sostegno dei principali partiti di centrodestra e la mobilitazione del fronte del Sì sembrano assicurare un margine di sicurezza. Al contrario, la sinistra continua a definire questa consultazione referendaria come una battaglia difficile, se non già persa, sottolineando le criticità della riforma e cercando di convincere gli indecisi a sostenere l’abrogazione.
Nonostante ciò, i dati raccolti dai sondaggi suggeriscono una tendenza chiara: la maggioranza degli italiani sembra favorevole a confermare la legge. Il dibattito politico, quindi, si concentrerà ora sugli ultimi giorni di campagna elettorale, in cui i partiti cercheranno di mobilitare il proprio elettorato e convincere gli indecisi.

L’importanza della partecipazione al voto
Oltre ai numeri, il sondaggio sottolinea un altro aspetto cruciale: la partecipazione al referendum. Con il 56 per cento degli italiani intenzionati a recarsi alle urne, il governo e i promotori del Sì contano su un’affluenza significativa, che potrebbe determinare l’esito finale. La presenza di un 15-18 per cento di indecisi, tuttavia, rappresenta un elemento ancora aperto, in grado di influenzare in modo significativo il risultato della consultazione.
In questo contesto, il referendum sulla riforma della giustizia si conferma una delle consultazioni più importanti dell’anno, con un impatto diretto sul funzionamento della magistratura italiana e sulla separazione delle carriere, tema centrale per la politica giudiziaria e per l’orientamento dei cittadini sul futuro della giustizia in Italia.


