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Casa del Jazz, è svolta: cosa hanno individuato! “Proprio lì!”

Pubblicato: 19/11/2025 15:22

Le indagini alla Casa del Jazz sembrano aver raggiunto un punto cruciale, dopo giorni di scavi e verifiche tecniche iniziati il 13 novembre alla ricerca dei resti del magistrato Paolo Adinolfi, scomparso nel 1994. Secondo quanto riferito, sarebbe stata finalmente individuata una galleria sotterranea insieme a una botola nascosta proprio sotto l’attuale sala di registrazione della struttura. Una scoperta che potrebbe aprire scenari inattesi su una vicenda irrisolta da trent’anni.

La scoperta nei sotterranei dell’ex villa Nicoletti

L’edificio, oggi sede della Casa del Jazz, appartenne in passato a Enrico Nicoletti, figura considerata dagli inquirenti vicina alla gestione economica della banda della Magliana. I tecnici stanno ora cercando un varco esterno che permetta di accedere ai sotterranei in sicurezza. Gli scavi — come riportato — sono finanziati grazie ai fondi reperiti dall’ex magistrato Guglielmo Muntoni, attuale presidente dell’Osservatorio sulla criminalità economica. La presenza di cunicoli e ambienti nascosti sotto la villa non sorprende chi ha seguito le vicende giudiziarie legate alla criminalità romana degli anni Ottanta e Novanta, ma la possibilità di recuperare tracce utili alla verità resta un traguardo complesso.

L’ombra del caso Orlandi

Parallelamente, il ritrovamento dei sotterranei ha riacceso anche l’attenzione sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, svanita nel nulla nel 1983. Il fratello, Pietro Orlandi, già nei giorni scorsi aveva ricordato che un magistrato — oggi non più in attività — gli avrebbe riferito la convinzione che «i resti di Emanuela possano stare là sotto». Secondo quanto riportato, lo stesso ex magistrato avrebbe spinto per l’avvio degli scavi perché riteneva che «lì sotto ci sono più corpi».
Pietro Orlandi, intervenuto a ‘Storie Italiane’, ha espresso sentimenti contrastanti: «Ogni volta che si scava da qualche parte a Roma si pensa sempre ad Emanuela. Io spero che non stia là sotto». Ha ricordato momenti analoghi, come la riapertura delle tombe del Camposanto Teutonico: «A me sconvolgerebbe, ma sarebbe un passo avanti per capire cosa è successo». E ha aggiunto: «Sembrerò folle ma quando troveremo i suoi resti per me muore quel giorno, io incredibilmente spero che sia viva da qualche parte».

Dubbi, timori e domande aperte

Commentando gli scavi, Orlandi ha spiegato: «Un anno fa ho incontrato casualmente una persona che conoscevo che mi ha detto che c’è un ex magistrato convinto che i resti di Emanuela possano stare là sotto». Tuttavia, precisa che «non è mai arrivata una segnalazione ufficiale» che collegasse la ragazza a quei locali sotterranei. Rimane una questione fondamentale: «Bisogna capire quando questa villa è stata ceduta, se prima o dopo il giugno dell’83. Sarebbe molto inquietante se si dovessero trovare i resti di Emanuela lì e la villa era ancora in mano al Vicariato».
Mentre gli scavi proseguono, tra speranze e timori, l’auspicio delle famiglie coinvolte è che, qualunque verità emerga, non venga più coperta.

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