
L’accesso ai dati grezzi dell’analisi genetica nel caso di Massimo Bossetti segna un momento potenzialmente cruciale per la difesa dell’uomo, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Questa concessione, ottenuta dopo un’attesa prolungata che si estende per oltre sei anni dalla richiesta iniziale, fornisce agli avvocati di Bossetti, in particolare all’avvocato Claudio Salvagni, la possibilità di esaminare la base scientifica che ha sostenuto l’intera indagine e il conseguente verdetto di colpevolezza.
Il materiale ritirato, racchiuso in un capiente hard disk, non è una semplice collezione di documenti processuali già noti, ma una vasta raccolta di dati grezzi che, come riconosciuto dallo stesso Tribunale, non erano stati formalmente acquisiti al fascicolo dibattimentale e possiedono il carattere della potenziale novità della prova. Questo aspetto è fondamentale e sottolinea il peso specifico di ciò che la difesa ha ora tra le mani in vista di una possibile richiesta di revisione del processo.
La mole di informazioni scientifiche
Il cuore del materiale ritirato è costituito dagli elettroferogrammi, rappresentazioni grafiche in alta definizione e a colori che visualizzano le sequenze genetiche analizzate. Questi grafici sono la traccia visiva e analitica del lavoro svolto sull’enorme campionamento di Dna raccolto nella Val Brembana durante la lunga e complessa inchiesta, che è stata definita l’indagine scientifica più grande della storia per la sua estensione. L’hard disk contiene i tracciati relativi al profilo genetico della vittima, Yara Gambirasio, e, aspetto cruciale per la ricerca dell’autore, i profili genetici, mantenuti in forma anonima, di tutte le migliaia di persone esaminate nel tentativo di identificare Ignoto 1, l’uomo il cui Dna è stato trovato sui leggins della vittima e che, secondo l’accusa, corrispondeva a quello di Bossetti.
La documentazione mai esaminata prima
L’elenco dei documenti che sono stati consegnati alla difesa è ampio e dettagliato. Oltre alla copia dei tracciati e dei risultati delle caratterizzazioni genetiche in forma anonima, l’hard disk include anche le immagini fotografiche realizzate dal Ris di Parma su tutti i reperti che sono stati analizzati nel corso dell’indagine. Questo fornisce alla difesa una visione completa non solo dei risultati finali o delle sintesi, ma dell’intero percorso analitico e documentale seguito dagli investigatori. La consegna di questi dati è particolarmente significativa perché, trattandosi di materiale che non era stato acquisito al fascicolo dibattimentale, apre la porta a nuove possibili interpretazioni e analisi che finora non sono state discusse in aula.
L’impegno per una nuova analisi
L’avvocato Salvagni, commentando l’acquisizione, ha evidenziato l’enorme portata dei dati grezzi che ora sono a disposizione della difesa. Ha descritto le “stringhe” di dati genetici che “riempiono ben 70 pagine, sia fronte che retro, stampate su foglie A3”, rendendo immediatamente chiaro il volume straordinario di informazioni da processare. Questa “enorme mole di dati grezzi” richiederà uno “screening completo” e un “lavoro per uno screening completo” che si stima possa occupare i tecnici e i consulenti della difesa per mesi. La speranza dichiarata da Salvagni è quella di recuperare dati che possano risultare “utili per dimostrare l’innocenza di Massimo Bossetti”. Sebbene non si tratti dell’accesso fisico ai reperti originali per una nuova analisi diretta, l’esame approfondito di questi dati grezzi e non ancora analizzati in contraddittorio rappresenta un passo fondamentale e potrebbe risultare cruciale nell’ottica di presentare un’eventuale, e attesa, richiesta di revisione del processo.


