
Un confronto acceso è andato in scena nell’ultima puntata di Otto e mezzo, dove Lilli Gruber e Marco Travaglio si sono fronteggiati su un tema politico delicato: l’ipotesi di un piano occulto del Quirinale contro la premier Giorgia Meloni. Il dibattito è iniziato con la domanda diretta della conduttrice: “Secondo te c’è un piano occulto del Quirinale per fermare Giorgia Meloni?”. Una questione che ha immediatamente polarizzato la discussione, portando il direttore del Fatto Quotidiano a una replica netta e articolata.
Leggi anche: “Sconfina nel ridicolo!”, Quirinale indignato col fedelissimo della Meloni: scena imbarazzante
Leggi anche: “Colpo di Stato!”. Il sospetto sconvolgente su Giorgia Meloni: Lilli Gruber sorride
Travaglio ha risposto senza esitazioni: “No c’è un collaboratore della Verità che ha ascoltato il consigliere per la Difesa del Quirinale, che si chiama Garofani, un ex parlamentare del Pd, che parlando in un locale pubblico stava tracciando un quadro molto preoccupato del fatto che la Meloni non va giù, del fatto che ci vuole uno scossone provvidenziale per mandarla giù e per mandar su il centrosinistra che, attualmente, con la leadership della Schlein non ce la fa. E quindi avrebbe bisogno di un listone nazionale forse guidato dall’ex direttore dell’Agenzia delle entrate Ruffini. Questo è quello che è successo”.
Le parole del giornalista hanno immediatamente suscitato la reazione della conduttrice, che ha voluto distinguere tra ricostruzione giornalistica e interpretazione personale.

Le puntualizzazioni della conduttrice
A quel punto la Gruber è intervenuta per contestare la versione proposta dal collega: “Questo lo aggiungi tu”, ha osservato con fermezza, mettendo in discussione la linearità del racconto. La replica di Travaglio non si è fatta attendere e ha mantenuto toni altrettanto decisi: “No no, questo è quello che ha sentito questo collaboratore della Verità che ha riferito questa conversazione”.
La conduttrice ha poi voluto sottolineare il contesto informale in cui sarebbe avvenuto l’ascolto citato dal giornalista: “Ma non era in un contesto ufficiale”, ha ribadito, evidenziando il rischio di attribuire valore istituzionale a parole pronunciate in un luogo pubblico.
La risposta definitiva di Travaglio ha chiuso il confronto, rivendicando il ruolo del giornalismo nell’osservare e riportare ciò che avviene anche fuori dalle sedi istituzionali: “No ma è il nostro mestiere. Se riconosciamo un personaggio pubblico in un locale che parla di politica lo ascoltiamo”.
La #Gruber chiede a #Travaglio delucidazioni sul caso #Garofani e lui di fatto conferma il racconto de "La Verità".
— 𝚁𝚒𝚌𝚌𝚊𝚛𝚍𝚘 𝙳𝚎𝚒𝚊𝚜 (@RiccardoDeias) November 19, 2025
La Gruber imbarazzata tenta di recuperare la situazione ormai disperata… 😆#ottoemezzo #belpietro pic.twitter.com/ycnA8yDzqj
Un confronto che riaccende il dibattito politico
Lo scambio tra Gruber e Travaglio, concentrato sulla presunta esistenza di un piano anti-Meloni, ha messo in luce quanto il tema sia sensibile e come l’interpretazione delle fonti continui a essere terreno di scontro tra professionisti dell’informazione. L’episodio conferma anche la centralità del rapporto tra politica, media e percezione pubblica, mostrando come la discussione intorno al Quirinale, ai consiglieri e ai presunti movimenti dietro le quinte generi immediatamente un dibattito acceso.
La puntata di Otto e mezzo ha così offerto un nuovo tassello al confronto politico-mediatico, concentrato sul confine tra informazione, ricostruzione e responsabilità giornalistica, senza spostarsi dai soli elementi emersi nel dialogo tra i protagonisti.


