
In un momento segnato dal ritorno dell’attenzione sulla vicenda di Paolo Adinolfi, con gli scavi in corso nell’area della Casa del Jazz alla ricerca dei resti del magistrato scomparso trent’anni fa, arriva la notizia della morte di Rodolfo Ronconi, figura centrale delle prime indagini seguite alla denuncia dei familiari. L’ex capo della Squadra Mobile di Roma, in servizio nel 1994 quando il giudice svanì senza lasciare tracce, si è spento a Roma, lasciando un vuoto in una stagione investigativa già complessa e ancora oggi avvolta da interrogativi irrisolti.
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La coincidenza temporale tra l’intensificarsi delle ricerche e la scomparsa dell’uomo che ne guidò i primi passi dà ulteriore rilievo alla sua figura. Ronconi fu tra i primi a gestire la fase più delicata della vicenda, quella in cui ogni elemento doveva essere raccolto e analizzato per tentare di ricostruire i movimenti del magistrato prima del buio totale che avvolse la sua storia.
La carriera e i ruoli ricoperti nelle istituzioni
Il prefetto Ronconi aveva alle spalle una lunga carriera nelle strutture della sicurezza dello Stato. Nel 1993 era stato insignito dell’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica italiana, un riconoscimento che sanciva anni di servizio ai vertici dell’investigazione e della cooperazione internazionale. In seguito aveva assunto l’incarico di direttore centrale dei Servizi Antidroga, lavorando sulle dinamiche legate ai traffici internazionali e al contrasto delle organizzazioni criminali.

Prima ancora, Ronconi aveva guidato il servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, occupandosi dei rapporti operativi con le autorità straniere in un periodo caratterizzato da crescenti flussi informativi tra le diverse forze dell’ordine europee. Aveva poi concluso il suo percorso istituzionale nel 2013 come direttore centrale dell’Immigrazione e Polizia di Frontiera, ruolo che lo aveva portato a confrontarsi con i nodi più sensibili dei movimenti migratori e dei controlli di sicurezza negli scali italiani.
Il suo nome resta però legato, per molti, al caso Adinolfi, una delle scomparse più enigmatiche degli anni Novanta, ancora oggi priva di risposte definitive e tornata al centro delle cronache grazie alle attività di scavo avviate nelle ultime settimane.

Le esequie e il ricordo
I funerali dell’ex prefetto si terranno domani, 21 novembre, alle 16.30 nella chiesa romana di Santa Maria Immacolata all’Esquilino, luogo che accoglierà familiari, amici e colleghi che hanno condiviso con lui anni di lavoro e responsabilità istituzionali. La cerimonia offrirà l’occasione per ricordare un servitore dello Stato che ha attraversato decenni di trasformazioni nella gestione della sicurezza nazionale, mantenendo un ruolo attivo in alcune delle fasi più delicate dell’investigazione italiana.
La sua scomparsa arriva mentre il caso Adinolfi torna a occupare le cronache, riportando alla memoria i giorni in cui Ronconi guidò le ricerche con l’urgenza di un mistero appena iniziato. Una vicenda che oggi, con gli scavi nella Casa del Jazz, sembra poter offrire nuovi elementi, mentre la morte dell’ex capo della Mobile segna la fine di una delle ultime testimonianze dirette di quella fase iniziale.


