
La notizia ha scosso il mondo della ristorazione italiana: la celebre Guida Michelin ha deciso di revocare l’ultima stella a Gianfranco Vissani, lo chef esuberante e iconico di “Casa Vissani”, il suo ristorante affacciato sul lago di Corbara in provincia di Terni. Questo gesto non è un fulmine a ciel sereno, ma l’epilogo di un declino nel riconoscimento stellato iniziato nel 2019, quando Vissani aveva già visto sgretolarsi la prima delle due stelle che faticosamente aveva conquistato e mantenuto negli anni.
L’annuncio, riportato in anteprima dal Corriere della Sera, vede lo chef esprimere un’apparente indifferenza, mascherando forse il pungente dispiacere per la perdita di un simbolo così importante nel panorama gastronomico. La storia di Vissani è quella di un successo costruito non solo sulle sue indubbie capacità culinarie, ma anche sul suo carattere forte e la sua presenza mediatica, culminata con l’esplosione televisiva negli anni Novanta. Questa ultima revoca chiude un capitolo, ma, come Vissani stesso tiene a sottolineare, la sua attività e la sua ambizione non si fermano certo qui.
L’indifferenza di facciata e il dolore profondo
Intervistato telefonicamente dal Corriere della Sera, Gianfranco Vissani ha mantenuto una posizione di distacco rispetto alla decisione della Michelin. Alle domande sulla revoca, lo chef ha risposto con un laconico: «Sulla Michelin non ho nulla da dirle». Un’affermazione che suona come una voluta minimizzazione dell’accaduto. Vissani ha poi cercato di relativizzare la perdita della stella confrontandola con un dolore ben più grande e personale: la scomparsa della madre nel 2020. «Non ci sono rimasto male, la sola perdita per cui ho sofferto e pianto è stata la morte di mia mamma nel 2020», ha ammesso lo chef.
La figura materna, a suo dire, rappresentava un pilastro insostituibile: «Mia mamma per me è stato tutto: mamma, appunto. Fidanzata, moglie, amica. Tutto. Quando una persona vive un dolore tanto intenso, il resto non conta». Questo paragone esistenziale serve a Vissani per depotenziare l’importanza della stella e rimarcare come la sua motivazione sia altrove, ben oltre i giudizi delle guide. Nonostante le delusioni, Vissani assicura di aver continuato ad andare avanti e di mantenere “la rotta” con la sua brigata, puntando su una cucina semplice, gustosa e immediata. Il successo del ristorante, secondo le sue parole, continua ad essere assicurato, tanto da essere riconosciuto anche all’estero.
L’alternativa francese: “La Liste” e il futuro a Parigi
Se la Guida Michelin ha chiuso le porte, un’altra e importante opportunità si è aperta per Gianfranco Vissani, questa volta sul palcoscenico internazionale. Lo chef classe 1951 ha infatti annunciato di aver ricevuto un invito prestigioso per “La Liste”, una delle classifiche culinarie più selettive e influenti al mondo. Questa classifica si basa su un complesso sistema di analisi che valuta oltre 600 tra guide gastronomiche, pubblicazioni e recensioni internazionali, offrendo una visione globale del panorama della ristorazione d’eccellenza. Vissani ha dichiarato che a breve volerà a Parigi per prendere parte all’evento, segno che, al di là del giudizio Michelin, la sua cucina e il suo nome continuano a godere di credibilità e considerazione a livello globale. «Tra qualche ora volerò a Parigi, alla fine non c’è solo la Michelin», ha commentato lo chef con un tono di sfida.
L’atteggiamento che Vissani intende adottare in Francia è quello di chi è concentrato unicamente sul proprio lavoro e sulla propria arte. «E in Francia ci andrò a testa bassa, non di chi è abbacchiato ma di chi pensa solo a lavorare», ha chiosato. Questo spirito combattivo non è nuovo per lo chef, che già sei anni fa, in occasione della prima stella persa, non aveva lesinato critiche feroci alla Guida Michelin, definendola una “vergogna italiana” e una “guida dei compromessi fatta per gli stranieri”, suggerendo polemicamente che avrebbero potuto togliergli direttamente entrambe le onorificenze.
Un ritratto dello chef e di “Casa Vissani”
Gianfranco Vissani è un personaggio che ha saputo far parlare di sé ben prima delle polemiche sulle stelle. La sua notorietà è esplosa negli anni Novanta grazie a un carattere esuberante e alla capacità di portare i fornelli e la sua arte culinaria in televisione, diventando uno dei primi e più noti “chef star” del piccolo schermo italiano. Il suo ristorante, “Casa Vissani”, è ben più di un semplice luogo di ristorazione; è la sua casa di famiglia, un luogo profondamente radicato nel territorio umbro, che si affaccia con una vista mozzafiato sul lago di Corbara. L’attenzione alla sostenibilità e alla territorialità è un punto cardine della sua filosofia, con tutte le materie prime utilizzate che sono rigorosamente locali. La gestione del locale è una vera e propria impresa familiare, che coinvolge lo chef in prima persona insieme ai suoi parenti. Nonostante le controversie e le perdite stellate, il brand Vissani rimane solido e distintivo, pronto a confrontarsi con le nuove sfide e i riconoscimenti che non provengono dalla celebre guida rossa. La trasferta parigina per “La Liste” rappresenta un nuovo banco di prova e, forse, la riconquista di una visibilità internazionale svincolata dalle logiche che lo hanno appena penalizzato in patria.


