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“Clamoroso taglio”. Canone Rai, arriva la bella notizia per gli italiani! Cosa succede

Pubblicato: 20/11/2025 11:08

La discussione sulla Manovra economica è entrata in una fase di forte tensione politica, con il centrodestra impegnato a ritoccare un provvedimento giudicato da molti troppo stretto per accogliere tutte le istanze della maggioranza. Nel giorno in cui si è chiuso il termine per gli emendamenti “segnalati”, le tre anime dell’esecutivo si sono presentate con una serie di proposte che riflettono priorità diverse e spesso difficili da conciliare. Il mosaico che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrà ricomporre nell’incontro con Giancarlo Giorgetti, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi ruota attorno a misure simboliche dei singoli partiti, ancora ben presenti nonostante la necessità di contenere la spesa pubblica.
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La pressione più forte arriva dalla Lega, che ha messo sul tavolo un emendamento per estendere la rottamazione fiscale alle cartelle di accertamento. Un intervento già superato nella prima scrematura al Senato, con un costo stimato di 365 milioni di euro. Una proposta che rispecchia l’impostazione del partito di Salvini: alleggerire il carico fiscale e proporre misure immediatamente percepibili dagli elettori. Al contrario, Forza Italia spinge per un approccio più prudente e prova a frenare due provvedimenti strategici del governo: la stretta sugli affitti brevi e il nuovo giro di vite sui crediti fiscali. Un tentativo di difendere categorie considerate cruciali nel mondo economico di riferimento degli azzurri.

Anche Fratelli d’Italia non rinuncia a un proprio tassello distintivo, concentrandosi sul fondo previdenziale destinato ai nuovi nati, mentre Noi Moderati insiste sulle detrazioni relative ai libri scolastici. Un quadro frammentato, che costringe Palazzo Chigi a un’opera di mediazione per tenere insieme le anime della coalizione senza compromettere la tenuta dei conti pubblici.

Matteo Salvini e Francesca Verdini in un momento pubblico

Il nuovo fronte aperto dal canone Rai

Al di là degli interventi fiscali, uno dei punti più infuocati riguarda il canone Rai, che la Lega vuole ridurre da 90 a 70 euro per tutto il 2026. La proposta, inserita all’interno di un emendamento sulle tv locali, comporterebbe un impatto sulla finanza pubblica di circa 430 milioni. Una misura che Salvini difende con convinzione, certo dell’effetto positivo sull’opinione pubblica e deciso a farne una bandiera in vista delle Regionali.

La posizione, però, innesca un contrasto interno di primo piano. Forza Italia considera questo taglio non prioritario e potenzialmente dannoso, ricordando come le risorse sottratte al servizio pubblico potrebbero essere destinate a settori più urgenti, dalla sanità alle pensioni minime. Non è un dettaglio da poco: un ridimensionamento del canone spingerebbe la Rai a incrementare gli introiti pubblicitari, un effetto che potrebbe ripercuotersi sulle reti del gruppo Mediaset. Una prospettiva che, come osservano alcuni esponenti forzisti, non suscita certo entusiasmo “a casa Berlusconi”.

Sede della Rai a Roma

Le strategie fiscali dei partiti

Nel frattempo, l’esecutivo si trova a dover decidere anche su come recuperare le risorse necessarie. La Lega propone di intervenire sull’Irap delle banche e sulla tassazione legata alla rivalutazione dell’oro, ipotizzando entrate fino a due miliardi. Fratelli d’Italia, dal canto suo, rilancia la tassa sui pacchi extra Ue e un emendamento sulle riserve auree di Bankitalia. In questo contesto si inserisce anche la posizione di Claudio Borghi, che conferma il proprio sostegno alla misura: “È una mia proposta storica. La appoggerò”.

La sfida della coesione nella maggioranza

In un quadro di risorse ristrette e vincoli sempre più rigidi, il confronto sulla Manovra si conferma dunque una prova di equilibrio per l’intera maggioranza. Le tensioni interne tra Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi Moderati obbligano Palazzo Chigi a mediazioni costanti tra aspirazioni politiche, esigenze di consenso e limiti imposti dalla realtà economica. Giorgia Meloni e i suoi ministri dovranno riuscire a conciliare le richieste dei partiti con la necessità di rispettare il tetto di spesa europeo, senza compromettere la credibilità del governo sul fronte economico e politico.

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