
Una tragedia sconvolgente ha colpito la comunità di Borgo Valbelluna, in provincia di Belluno, dove una bambina di appena due anni è deceduta poche ore dopo essere stata dimessa dall’ospedale. L’evento ha portato la Procura di Belluno ad aprire immediatamente un’indagine, ipotizzando il grave reato di omicidio colposo.
Il fascicolo d’indagine è stato aperto a carico del pediatra che aveva visitato la piccola paziente presso il Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre. Questo sviluppo drammatico getta un’ombra sull’adeguatezza delle procedure sanitarie seguite e ha messo al centro dell’attenzione il turno di servizio del medico quella notte. La notizia, riportata dai principali organi di stampa, ha sollevato un’ondata di preoccupazione e interrogativi sulla gestione dei casi pediatrici urgenti.
Il contesto e i fatti
La piccola, originaria di Borgo Valbelluna, era stata portata in ospedale dai genitori con un quadro clinico caratterizzato da febbre molto alta. Il ricorso al Pronto soccorso pediatrico era dovuto alla necessità di una valutazione specialistica e di una gestione tempestiva dei sintomi che stavano preoccupando la famiglia. La visita è avvenuta durante il turno notturno. In base alle prime ricostruzioni, il pediatra in servizio avrebbe effettuato l’esame clinico della bambina, rilevando la sua condizione febbrile. A seguito della visita, il medico avrebbe formulato una diagnosi e prescritto una terapia specifica, che includeva la somministrazione di antibiotici e l’aerosol. Dopo questi passaggi, il pediatra ha firmato le dimissioni della bambina, autorizzandone il ritorno a casa con i genitori, confidando evidentemente in un miglioramento del quadro clinico grazie alla terapia prescritta. Tuttavia, le condizioni della bambina, anziché migliorare, sono peggiorate rapidamente una volta rientrata nell’ambiente domestico, portando purtroppo al decesso in un brevissimo lasso di tempo.
L’apertura dell’inchiesta
Di fronte alla morte improvvisa della bambina subito dopo la dimissione ospedaliera, la Procura della Repubblica di Belluno ha ritenuto doveroso intervenire per chiarire ogni aspetto della vicenda. L’iscrizione del pediatra nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo è un atto dovuto che mira a consentire l’esecuzione degli accertamenti tecnici in contraddittorio e a tutelare tutte le parti coinvolte, in primis la famiglia della vittima. L’indagine si concentra sulla verifica scrupolosa che tutte le procedure mediche e protocolli clinici siano stati seguiti in modo corretto e appropriato per un caso pediatrico con febbre alta. In sostanza, i magistrati intendono accertare se l’atto delle dimissioni fosse appropriato rispetto allo stato di salute effettivo della bambina e se la terapia prescritta fosse la più idonea. I giornali del gruppo Nems, seguendo da vicino l’evoluzione del caso, hanno evidenziato come l’attenzione dei pubblici ministeri sia focalizzata sull’intero iter clinico-assistenziale fornito in Pronto soccorso.
L’importanza cruciale dell’autopsia
Per fare piena luce sulle cause esatte del decesso e per fornire elementi oggettivi all’inchiesta, la Procura ha disposto l’esecuzione dell’autopsia. Questo esame fondamentale è stato fissato per la giornata di venerdì 21 novembre, il giorno successivo alla diffusione della notizia. L’incarico di eseguire l’esame autoptico è stato affidato al dottor Antonello Cirnelli, un medico legale di comprovata esperienza. L’autopsia avrà il compito primario di stabilire la causa mortis in maniera incontrovertibile, identificando l’eventuale patologia o le complicanze che hanno portato al decesso. Sarà altresì cruciale per individuare se vi fossero patologie pregresse non diagnosticate o sottovalutate. Il referto autoptico sarà determinante anche per una valutazione retrospettiva sulla condotta clinica adottata in Pronto soccorso. La famiglia della bambina, in cerca di risposte e giustizia, ha già provveduto a nominare un proprio consulente di parte che affiancherà il medico legale nominato dalla Procura durante l’esame, assicurando la massima trasparenza e partecipazione alle procedure tecniche. I risultati di questo esame rappresenteranno una pietra miliare per le successive fasi dell’indagine.
I precedenti e il contesto sanitario
Questa tragedia si inserisce in un contesto delicato in cui l’attenzione sulla sanità pubblica e, in particolare, sulla gestione delle urgenze pediatriche è massima. L’articolo stesso menziona, a titolo di cronaca, altri episodi di decesso infantile, come il caso di Borgo Valbelluna di pochi giorni prima e la tragedia di Treviso in cui una bambina è morta soffocata da una ciliegia, sottolineando la fragilità della vita infantile e la frequente drammaticità della cronaca locale. L’indagine in corso a Belluno, tuttavia, è di natura prettamente giudiziaria e medica, focalizzata sull’eventuale negligenza o errore umano. La comunità attende ora con ansia gli esiti dell’autopsia e gli sviluppi successivi dell’inchiesta che dovranno determinare se il decesso della piccola paziente sia stato un evento tragico e imprevedibile o se, al contrario, sia riconducibile a una responsabilità professionale.


