
È stato interrogato dai carabinieri e sottoposto a una prima visita psichiatrica Vincenzo Riccardi, il 25enne che ha ucciso sua sorella Noemi, 23 anni, nell’abitazione di famiglia situata tra San Paolo Bel Sito e Nola, nel Napoletano. Quando i militari sono entrati in casa, il giovane avrebbe subito ammesso le proprie responsabilità, dichiarando di aver agito in preda a «un raptus di follia».
Nella serata del 19 novembre, Riccardi è stato trasferito in carcere. Sia lui che la sorella erano seguiti da un centro di salute mentale del territorio. La Procura di Nola, che coordina le indagini affidate ai carabinieri, potrebbe ora disporre una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere del 25enne al momento dei fatti.

Il delitto ha scosso l’intera comunità, anche perché secondo diversi testimoni il rapporto tra i due fratelli era segnato da litigi frequenti e da precedenti episodi di violenza. La madre, sconvolta, aveva già raccontato che il figlio aveva picchiato la sorella in passato.
Nelle ore successive, nuovi elementi inquietanti sono emersi dall’analisi dei dispositivi elettronici del giovane. Come riportato dalla trasmissione di Canale 5 Dentro la Notizia, gli investigatori avrebbero trovato sul suo computer ricerche online come «Come ammazzare mia madre», suggerendo che il ragazzo potesse avere intenzione di colpire anche la donna.
Un dettaglio che aumenta la drammaticità della vicenda e che ora verrà approfondito dagli inquirenti, impegnati a ricostruire il quadro psicologico e familiare in cui maturava la violenza.

La famiglia, già provata da una lunga situazione di tensione domestica, aveva tentato più volte di proteggere Noemi. La zia, in particolare, ha ricordato che la giovane le aveva chiesto di poter andare a vivere da lei, confessando di avere paura del fratello.
Noemi, secondo i parenti, si chiudeva spesso in camera per timore di aggressioni. La situazione sembrava essere precipitata negli ultimi mesi, tra conflitti continui e una crescente instabilità del 25enne.
La madre dei due, che ha visto il corpo senza vita della figlia durante una videochiamata con Vincenzo, ha raccontato tra le lacrime alla trasmissione di Gianluigi Nuzzi: «Spero che mio figlio paghi». La donna ha aggiunto di non credere che il figlio fosse «così pazzo come dicono» e di non aver mai immaginato che potesse arrivare a un gesto tanto estremo. Ora il caso prosegue nelle mani della magistratura, mentre la comunità resta scossa da un dramma familiare che, secondo chi conosceva la situazione, sembrava purtroppo annunciato.


