
L’ultima puntata di Piazzapulita, condotta da Corrado Formigli, si è aperta con una durissima analisi dedicata al cosiddetto caso Bignami, accendendo immediatamente lo scontro politico. Il giornalista ha affrontato la vicenda con toni netti, sollevando interrogativi sulle responsabilità e sulle dinamiche interne al partito della presidente del Consiglio. Le sue parole hanno dato il via a un dibattito acceso, destinato a proseguire nei palazzi della politica e nei mezzi di informazione.
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Le parole di Corrado Formigli
Formigli ha esordito contestando alcune interpretazioni circolate nelle ultime ore, mettendo in chiaro i diversi livelli di responsabilità coinvolti nell’episodio. «Se Garofani esprime una sua posizione privata politica, questo non vuol dire che esista un piano del Quirinale per far perdere la Meloni. E questo anche uno stupido. Anche uno stupido capisce la differenza, ammesso che lo voglia capire», ha dichiarato, marcando la distanza tra un’iniziativa personale e un presunto complotto istituzionale.
Successivamente, il conduttore ha rivolto l’attenzione al ruolo di Bignami e ai rapporti interni al partito guidato da Giorgia Meloni. «La seconda osservazione è che, conoscendo bene il partito di Giorgia Meloni, è letteralmente impensabile che Bognami abbia agito senza l’incarico, il placet, della presidente del Consiglio. Quindi l’attacco al Quirinale è partito sicuramente dal leader del partito», ha affermato, attribuendo così un peso politico diretto alla vicenda.
Reazioni e scenario politico
Le parole di Formigli hanno immediatamente alimentato la discussione pubblica, trasformando la questione in un nuovo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione. Il riferimento al Quirinale, definito dal conduttore come bersaglio implicito dell’operazione di Bignami, colloca l’episodio in un quadro istituzionale ancora più delicato. È proprio questa lettura politica, sostenuta da Formigli, a rendere il caso un elemento potenzialmente destabilizzante nel rapporto tra governo e istituzioni repubblicane.
La posizione espressa a Piazzapulita contribuisce così a riaccendere il dibattito sul rapporto tra comunicazione politica, strategia di partito e gestione del consenso. L’interpretazione dell’operato di Bignami, presentata come tutt’altro che autonoma, richiama a un tema ricorrente nel panorama politico italiano: il confine tra le iniziative personali e la regia dei vertici. In un momento già segnato da tensioni, l’intervento di Formigli aggiunge un tassello significativo a una vicenda che sembra destinata a far discutere ancora a lungo.


