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Madre e figlio morti a Calimera, il grido ignorato prima della tragedia: la svolta che oggi fa gelare il sangue

Pubblicato: 21/11/2025 11:27

«In oltre trent’anni di attività non ho mai visto un’espressione così disperata, così avvilita, tanto distrutta». È con queste parole che l’avvocato Mario Fazzini descrive lo stato di Fabio Perrone, il padre del piccolo Elia, chiuso nella sua casa a Calimera da martedì, incapace di trovare un appiglio nel dolore che lo ha travolto. L’uomo, infermiere, non riesce a rispondere ai messaggi né a ricevere visite, mentre il paese continua a stringersi attorno a lui.

Davanti all’abitazione di via Montinari, dove martedì mattina è stato rinvenuto il corpo senza vita del bambino, continua a fermarsi un flusso discreto ma incessante di persone. Fiori, peluche, biglietti e disegni ricoprono il marciapiede, restituendo il senso di una ferita che va oltre la dimensione privata. Nel frattempo, l’indagine aperta dalla Procura di Lecce — seguita dal pm Erika Masetti sotto la supervisione del procuratore capo Giuseppe Capoccia — entra in una fase decisiva.

Si attendono infatti gli esiti dell’autopsia sia sul corpo di Elia sia su quello della madre, Najoua Minniti, 35 anni, recuperato nel mare di Torre dell’Orso nel tardo pomeriggio di martedì. Gli incarichi ai consulenti sono stati formalmente conferiti e la famiglia Perrone ha già nominato un proprio specialista. Tuttavia, la data dell’esame autoptico deve ancora essere fissata e non è escluso che possa slittare di alcuni giorni.

Le domande irrisolte e l’auto scomparsa

Secondo le prime ipotesi investigative, la donna potrebbe aver soffocato il figlio nel sonno prima di lasciare l’abitazione alla guida della sua Lancia Y, della quale non vi è ancora traccia. Il ritrovamento dell’auto è ritenuto cruciale per ricostruire con precisione il percorso della donna e stabilire da quale punto del litorale possa essersi gettata in mare. Una dinamica che potrebbe chiarire anche se la corrente abbia trascinato il corpo fino alla zona in cui è stato individuato.

Gli inquirenti stanno inoltre esaminando gli eventi precedenti. Nel dicembre 2024, Fabio Perrone aveva presentato una querela per minacce dopo aver ricevuto una lettera in cui l’ex compagna scriveva che lui sarebbe stato responsabile «di qualsiasi cosa fosse accaduta a lei e al bambino». Una frase, oggi, appare drammaticamente rivelatrice: «È già capitato che io sia andata di fronte al mare con la macchina». La querela venne archiviata, nonostante l’opposizione del difensore. Nei mesi successivi Minniti venne presa in carico dal Centro di salute mentale per un percorso di sostegno alla genitorialità.

«Quel percorso non è mai stato seguito», puntualizza l’avvocato Fazzini. Perrone aveva così presentato una nuova denuncia, segnalando situazioni preoccupanti e chiedendo maggiore vigilanza. Cresce il sospetto di una mancata continuità nei controlli da parte dei servizi sociali.

Lecce ha ricordato il piccolo Elia durante la Giornata mondiale dei diritti dei bambini: centinaia di studenti hanno attraversato la città, fino a piazza Sant’Oronzo, dove la sindaca Adriana Poli Bortone ha chiesto di salutare il bambino «guardando tutti insieme il cielo». A seguire, un lungo applauso ha avvolto idealmente la sua famiglia.

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