
Una denuncia che spezza il silenzio. «Sono stata violentata in un bagno da uno dei miei datori di lavoro». Con queste parole, una 19enne piemontese, originaria della provincia di Vercelli, ha denunciato una violenza sessuale che avrebbe subito mesi fa durante un’esperienza lavorativa fuori regione. Il racconto della giovane, raccolto dagli investigatori, ricostruisce un episodio avvenuto lontano dalla sua città, dopo aver risposto a un annuncio di lavoro trovato online. La vicenda scuote due regioni e accende i riflettori sulle condizioni di giovani stagisti e lavoratori stagionali, spesso impreparati a gestire abusi di potere in contesti lontani da casa.
Il presunto stupro dopo tre giorni di stage
Secondo quanto riferito dalla ragazza, l’agenzia per cui aveva risposto all’annuncio le aveva proposto uno stage in presenza in una nota località turistica del Centro Italia. Una volta arrivata in treno, la 19enne si sarebbe trovata subito a suo agio: ambiente sereno, colleghi gentili, responsabili disponibili.
La situazione sarebbe precipitata dopo tre giorni di formazione, durante una serata in discoteca organizzata per celebrare la fine del percorso. La giovane racconta che il direttore dell’agenzia avrebbe fatto un primo tentativo di approccio, respingendo nettamente ogni sua insinuazione. Un secondo episodio sarebbe avvenuto sul bus del rientro, con nuove molestie respinte senza esitazioni.
Il momento più drammatico, però, si sarebbe consumato appena arrivata in albergo. La 19enne sarebbe entrata in bagno nella hall e, secondo la sua ricostruzione, il direttore l’avrebbe seguita, chiudendo la porta a chiave per poi aggredirla. La giovane afferma di essere stata costretta a un rapporto sessuale e che, una volta riaperta la porta, l’uomo le avrebbe intimato di tacere: «Non devi dire niente a nessuno». Il giorno seguente, la ragazza avrebbe preso un treno per rientrare immediatamente a casa, ancora sotto shock.
Il coraggio della denuncia e l’inchiesta della Procura
Una volta tornata in Piemonte, la giovane ha trovato la forza di raccontare tutto al fidanzato, che l’ha spinta a confidarsi con i genitori. Insieme, hanno deciso di rivolgersi alle autorità: la 19enne si è presentata in Questura a Vercelli, formalizzando la denuncia.
È stata visitata in ospedale, come previsto dai protocolli per i presunti reati sessuali.
Ora la Procura competente sul luogo dell’aggressione ha aperto un fascicolo, e gli atti d’indagine sono già stati trasmessi agli inquirenti locali. Si attendono gli esiti dei riscontri medici e delle testimonianze, mentre gli investigatori stanno delineando gli spostamenti e gli orari della notte denunciata.
Un caso che rilancia con forza la necessità di controlli più stringenti nei percorsi di formazione e nelle strutture che ospitano giovani lavoratori lontano da casa.


