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Scontri durante Virtus-Maccabi: tensione altissima nel corteo pro Palestina

Pubblicato: 21/11/2025 21:01

L’Atmosfera si scalda fin dalle prime ore della sera, mentre migliaia di persone si radunano per contestare la partita tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv, considerata da molti manifestanti un evento politicamente sensibile. Le voci si intrecciano lungo il tragitto partito dal cuore della città, dove il clima diventa sempre più denso di slogan e di tensione. La protesta si muove compatta, decisa a far sentire la propria posizione sulle politiche israeliane e sul legame con il club ospite, mentre la presenza delle forze dell’ordine aumenta a vista d’occhio per contenere l’avanzata del corteo.

Il Percorso del corteo, inizialmente ordinato, cambia ritmo man mano che i manifestanti raggiungono le prime barriere predisposte dalla polizia. L’obiettivo dichiarato è avvicinarsi all’area del PalaDozza, blindata per la sfida di Eurolega, ma l’avvicinamento incontra un crescente numero di blocchi stradali, mezzi schierati e agenti in assetto antisommossa. Le prime frizioni si trasformano presto in un confronto diretto tra chi protesta e chi è chiamato a impedire che la massa acceda alla zona del palazzetto.

Tensione in via Lame e Marconi

La Situazione esplode quando il corteo si ferma tra via Lame e via Marconi, dove i contingenti delle forze dell’ordine sbarrano l’ultimo tratto che porta verso il palasport. Qui, secondo la ricostruzione della Questura, alcuni manifestanti si coprono il volto e iniziano a smontare parti di un cantiere, recuperando bastoni, transenne e altro materiale lanciato contro gli agenti. La risposta non tarda: idranti e lacrimogeni vengono attivati dopo una serie serrata di fumogeni, bottiglie di vetro e perfino fuochi d’artificio sparati ad altezza uomo.

Il Corteo, composto da circa 5.000 persone, si frammenta nel caos. Una parte si dirige verso piazza Malpighi, un’altra scivola nelle direzioni di Ugo Bassi e Marconi, mentre nuovi lanci di petardi e vernice colorata raggiungono il cordone di polizia che mantiene la linea per impedire l’accesso alla zona del PalaDozza. Nel frattempo, in diversi video diffusi sui social appaiono i controlli serrati per residenti e spettatori diretti alla partita, segno del livello di attenzione disposto dalle autorità per la serata.

Crescono i disordini intorno all’area blindata

Il Climax arriva poco prima dell’avvio della gara, quando l’ennesima raffica di fumogeni rompe per l’ultima volta l’equilibrio precario del corteo. La pressione sul fronte delle forze dell’ordine costringe gli agenti a utilizzare nuovamente gli idranti per disperdere i gruppi più aggressivi, mentre la lunga distanza tra piazza Maggiore e il PalaDozza si trasforma in un percorso disseminato di tensione e oggetti lanciati. Le accuse, i cori e le rivendicazioni degli attivisti si intrecciano al malcontento per una partita considerata «della vergogna», termine scelto dai manifestanti per sottolineare la loro opposizione alla presenza della squadra israeliana.

Il Conflitto verbale, già acceso nelle ore precedenti, riflette lo scontro politico esploso tra il sindaco Matteo Lepore, favorevole a un rinvio o allo spostamento della partita, e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ribadisce la linea della fermezza affermando che «non decidono i violenti». L’ordinanza comunale e il massiccio schieramento di forze confermano la volontà istituzionale di garantire lo svolgimento della gara, nonostante l’altissima tensione registrata nelle strade.

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