
Moody’s ha alzato il rating dell’Italia, portando il giudizio sul merito di credito da Baa3 a Baa2, una promozione che non si registrava da 23 anni. L’ultima volta era stato nel maggio 2002, quando l’agenzia statunitense aveva alzato il giudizio da Aa3 a Aa2. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato soddisfatto: «Conferma la ritrovata fiducia nel governo». La decisione segue un primo segnale positivo dello scorso maggio, quando Moody’s aveva alzato l’outlook da stabile a positivo, confermando il rating Baa3. Nella nota di maggio, l’agenzia evidenziava la resilienza dell’economia italiana, pur sottolineando l’elevato debito pubblico e il graduale indebolimento della debt-affordability dovuto alla maggiore incidenza degli interessi sul totale delle entrate.
Nuovi attestati di fiducia dai mercati

La promozione di Moody’s si inserisce in un contesto di crescente fiducia dei mercati finanziari verso l’Italia. Nei mesi scorsi, altre agenzie avevano già riconosciuto la solidità economica del Paese: S&P Global Ratings ad aprile 2025 aveva alzato il rating da BBB a BBB+ con outlook stabile, confermato a ottobre; Fitch Ratings, a settembre 2025, aveva promosso il rating da BBB a BBB+ con outlook stabile; Dbrs aveva valutato l’Italia ad A (low) con prospettive stabili, mentre Scope lo scorso 31 ottobre ha alzato a positivo l’outlook su BBB+. Questi segnali confermano un quadro di crescente stabilità politica e di gestione attenta dei conti pubblici.
Secondo diversi analisti, la promozione era attesa grazie alla politica fiscale «prudente» del governo, che ha fissato per il 2025 un deficit al 3% del Pil, in linea con le norme Ue con un anno di anticipo. Citi sottolinea come la performance dei conti pubblici italiani continui a sorprendere in positivo, citando la fine di misure di stimolo come il Superbonus e i progressi sul fronte occupazionale tra i fattori che potrebbero aver favorito la promozione. Giacomo Calef, Country Head Italia di NS Partners, evidenzia che sui mercati si registra una maggiore fiducia nella gestione dei conti pubblici e nella stabilità politica: «Il deficit si sta avvicinando alla soglia del 3% del Pil, permettendo un’uscita graduale dalla procedura per disavanzo eccessivo. La manovra di bilancio appare rigorosa e priva di nuovi interventi espansivi, segnale di un approccio attento al consolidamento fiscale».
Le prospettive secondo le banche

Anche le grandi banche vedono nel possibile upgrade un segnale positivo per la solidità creditizia del Paese. UniCredit parla di un altro passo nel trend costruttivo sulla stabilità economica, mentre BBVA stima una probabilità del 60% che l’Italia possa beneficiare della promozione. In sintesi, il giudizio di Moody’s arriva come ulteriore conferma della fiducia dei mercati nella capacità dell’Italia di gestire il debito pubblico, contenere il deficit e consolidare la crescita economica in un contesto internazionale complesso.


