
Quando comportamenti violenti vengono amplificati dai social, le azioni dei protagonisti assumono un peso che va ben oltre l’episodio in sé. La facilità con cui contenuti aggressivi circolano online rischia di generare emulazioni, tensioni e una percezione distorta della realtà, alimentata da dinamiche di popolarità che premiano il clamore più che la responsabilità. In questo contesto, l’intervento delle autorità diventa fondamentale per riportare ordine e tutelare chi è stato colpito direttamente o indirettamente.
La distanza tra la vita reale e quella digitale si assottiglia quando atti intimidatori vengono diffusi come fossero intrattenimento. In questi casi, le indagini devono chiarire i fatti, accertare le responsabilità individuali e frenare condotte che rischiano di trasformarsi in modelli negativi per migliaia di utenti.
Arrestato Don Alì dopo l’aggressione al maestro
Nel centro dell’attenzione si trova Don Alì, 24 anni, noto sui social come “re dei maranza”, arrestato dopo settimane di ricerche. Lo scorso ottobre, insieme ad altri ragazzi, si era presentato all’uscita di una scuola elementare, dove aveva aggredito un maestro accusandolo – senza alcun riscontro – di aver maltrattato un bambino parente di uno degli aggressori. La violenza era proseguita anche quando una collega della vittima era intervenuta per recuperare la figlia del docente, nascosta tra le gambe.
I giovani avevano inseguito il professore colpendolo con schiaffi alla nuca, filmando tutto e pubblicando il video in un reel sulla pagina Instagram di Don Alì, corredato da didascalie in cui l’insegnante veniva definito “pedofilo”. Il professore aveva sporto denuncia e il gip aveva disposto una misura cautelare nei confronti del tiktoker.

Tre giorni fa Don Alì era riuscito a sfuggire ai Falchi della Squadra Mobile, ma ora è stato fermato. Dovrà rispondere dell’accusa di atti intimidatori. Per lo stesso reato è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un 24enne e un 27enne torinesi, considerati suoi complici.
Originario del Marocco ma cittadino italiano, Don Alì conta 222 mila follower su Instagram e 338 mila su TikTok, dove pubblica video in cui sfida forze dell’ordine e sconosciuti. Tra gli episodi contestati, anche l’attacco dell’11 novembre contro la troupe di “Diritto e Rovescio”, col parabrezza del veicolo colpito con una mazza chiodata. Il giudice lo ha definito pericoloso.
Il 24enne era diventato virale già nel 2021 per un video in cui insultava un agente rifiutando di fornire i documenti, episodio per cui era stato condannato a quattro anni di obbligo di firma.


