
Il Festival più atteso dell’anno si ferma per un istante, scegliendo il silenzio alla corsa verso i nomi dei protagonisti. Carlo Conti, volto e guida del prossimo Sanremo, ha deciso di rinviare di una settimana l’annuncio dei partecipanti, trasformando un appuntamento televisivo in un atto di rispetto. La morte di Ornella Vanoni, così improvvisa e così legata alla storia della musica italiana, ha imposto un tempo diverso. Un gesto che arriva in un momento di dolore collettivo e che restituisce al Festival una dimensione più umana.
Durante il Vanity Fair Stories, Conti ha spiegato che il reveal previsto al Tg1 non poteva sovrapporsi al lutto che ha colpito il Paese. Una scelta che sottrae per un attimo Sanremo alla sua velocità abituale, per restituirgli profondità e memoria. In un sistema mediatico che raramente si ferma, questa decisione diventa quasi un messaggio: ci sono figure che meritano un silenzio devoto.
Il nuovo appuntamento con i nomi dei big del Festival è fissato per domenica 30 novembre, senza modifiche al percorso verso l’edizione 2026 ma con un’interruzione necessaria. Conti ha ribadito che la cantante è stata “troppo importante per questo mondo” per procedere come se nulla fosse.
Il legame profondo tra Vanoni e Sanremo
Il rinvio non è solo un gesto formale. Ornella Vanoni e Sanremo hanno condiviso una parte essenziale della storia della musica italiana, un rapporto fatto di ritorni, successi, canzoni diventate memoria comune. La sua prima partecipazione risale alla metà degli anni Sessanta, in un’epoca in cui il Festival era il centro assoluto della cultura popolare. Nel 1966 portò sul palco Io ti darò di più, in coppia con Claudio Villa, uno dei brani simbolo di un Sanremo che allora era rito nazionale. L’anno successivo arrivò con La musica è finita, una delle sue interpretazioni più celebri, diventata negli anni un classico del repertorio italiano.
Negli anni, Vanoni è tornata più volte al Festival, sempre con quella miscela inconfondibile di eleganza, ironia, voce scura e presenza scenica. Non era soltanto una concorrente: era una delle artiste che davano forma al racconto musicale del Paese. Anche le apparizioni più recenti, spesso come ospite, erano accolte come una sorta di passaggio di testimone tra generazioni, un modo per ricordare che la storia della canzone italiana non si scrive solo con la novità, ma con la continuità.
Il rinvio deciso da Conti riconosce questo legame: Vanoni non è stata un frammento del passato del Festival, ma una delle sue colonne portanti. E Sanremo, prima di essere uno show, è un archivio sentimentale che vive attraverso le sue voci più autentiche.


